ARTE E CREATIVITA'

il gioco della mente e del corpo con la materia
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e messaggi sempre diversi
per imparare
l'arte di vivere

lunedì, marzo 04, 2024

OmoGirando il Palazzo Chigi Albani e la mostra Viaggio nell'Inconsueto (domenica 10 marzo, ore 10:30)

Domenica 10 marzo a Soriano nel Cimino ci sarà la visita guidata LGBTQIA Friendly OmoGirando il Palazzo Chigi Albani e la mostra Viaggio nell’Inconsueto!

Con alcunɜ di voi qualche anno fa siamo andatɜ a Soriano nel Cimino e abbiamo visitato solo esteriormente il Palazzo Chigi Albani, capolavoro del Cinquecento laziale a lungo abbandonato e dimenticato. I restauri del grandioso palazzo intanto sono andati avanti...

Finalmente gran parte del Palazzo Chigi Albani di Soriano nel Cimino apre i suoi battenti al pubblico!
Oltre alla famosa balconata con la fontana di Papacqua, sarà possibile visitare anche i Giardini Superiori e il pian terreno.
Esploreremo la pinacoteca, l’esposizione permanente delle foto scattate da Pedriali a Pier Paolo Pasolini a Chia, e la mostra Viaggio nell’Inconsueto, dove artisti contemporanei si confrontano con il tema del bizzarro nell’arte ispirati dalle sculture madruzziane di Papacqua e da quelle del Sacro Bosco orsiniano della vicina Bomarzo.

Raccomandiamo di leggere accuratamente le norme di partecipazione nel sito.


INFO E PRENOTAZIONI
https://omogirando.jimdo.com/le-prossime-uscite/
 


domenica, marzo 03, 2024

Dai nativi d'America la danza di guarigione con il vestito a sonagli.

Storia della danza col vestito-che-suona (Jingle Dress Dance )

La Jingle Dress Dance iniziò con la Mille Lacs Band della tribù Ojibwe all'inizio del 1900 e divenne prevalente negli anni '20 nel Wisconsin e Minnesota (regione dei Grandi Laghi) negli Stati Uniti e in Ontario, Canada.

La storia è che l'abito fu visto per la prima volta in sogno. La nipote di uno stregone si ammalò e mentre l'uomo dormiva i suoi spiriti guida indiani andarono da lui e gli dissero di realizzare un vestito Jingle, coi campanelli, per la bambina. Dissero che se la bambina avesse ballato con esso, il vestito l'avrebbe guarita. Fu realizzato il Jingle Dress e la tribù si riunì per guardare la bambina ballare. All'inizio, la bambina era troppo malata per ballare da sola, quindi la sua tribù la portò in braccio, ma dopo un po' di tempo la bambina fu in grado di ballare da sola, guarita dalla sua malattia.

Da allora la danza non è stata solo un rituale di guarigione ma anche di orgoglio.


Che aspetto hanno i vestiti Jingle?

Si ritiene che gli abiti Jingle, noti anche come abiti da preghiera, portino guarigione a coloro che sono malati. Come accennato in precedenza, la danza prende il nome dalle file di ziibaaska’iganan (sonagli fatti da coni di metallo) cucite sul vestito. Questi coni sono tradizionalmente realizzati con coperchi di tabacchiera arrotolati e appesi al vestito con nastri vicini l'uno all'altro, in modo che emettano un suono melodico mentre le ragazze e le donne ballano. Tradizionalmente, l'abito è ornato da 365 jingle, o coni, visibili. Al giorno d'oggi, questi coni sono spesso realizzati a macchina.

Gli abiti sono disponibili in tutti i colori immaginabili, dal giallo al blu brillante, al rosso intenso, e accentati con scintillii e persino tessuti color neon. Sono spesso realizzati con materiali lucidi e scintillanti e decorati con frange, ricami, perline e altro ancora.

Di solito hanno maniche da tre quarti a lunghe e scendono a metà polpaccio o alla caviglia. Sono fissati in vita con una spessa cintura, spesso di pelle marrone. Ai piedi, la ballerina indossa mocassini decorativi impreziositi dallo stesso tipo di dettaglio che si trova sui loro abiti.

 



Quali sono i passi della Jingle Dance?

Quando gli ziibaaska’iganan ( i sonagli) si colpiscono l’un l’altro sembra che piova, quindi è importante che il ballerino sia leggero sui piedi, si muova a tempo con il tamburo e si fermi quando il ritmo si ferma. Mantengono i movimenti dei piedi bassi a terra mentre ballano, scalciando i talloni e rimbalzando sulle punte dei piedi al ritmo della musica. In genere, questa danza viene eseguita secondo uno schema a zigzag, che si dice rappresenti il proprio viaggio attraverso la vita, o almeno così dice la storia. Spesso tengono le mani sui fianchi e se ballano con un ventaglio di piume (pieno di colori neutri, come le piume d'aquila) come fanno i più moderni ballerini di Jingle Dress, lo sollevano in aria mentre ballano per ricevere guarigione.

La danza tradizionale indiana prevede passi bassi e dai piedi morbidi, come potrebbero essere eseguiti da coloro che sono malati, mentre i moderni ballerini competitivi spingono alcuni oltre i limiti mentre cercano di superare i loro concorrenti. Il modo in cui la danza si è evoluta si è basato saldamente sulla sua storia d'origine.



Quali sono le canzoni e la musica di Jingle Dance?

La musica per questo stile di danza ha come fondamenta un solido ritmo di tamburo e, naturalmente, i coni di metallo emettono un forte tintinnio (da cui il nome) mentre le donne si muovono, il che contribuisce alla musica che ascolterai durante un Jingle Dress Dance. . I ballerini di jingle di solito ballano con i gruppi di tamburi del nord. Canzoni speciali per Jingle Dance includono un Side Step o un Crow Hop.


lunedì, febbraio 19, 2024

SULLA PITTURA DI ROSSELLA SCADUTO - pezzo censurato dall'Ufficio Stampa del Comune di Bagheria


Rossella Scaduto nel sangue porta il dono della pittura ereditandolo dal padre Gaetano, amico di Renato Guttuso che volle parlare delle sue opere in articoli pubblicati sul giornale L’Ora.

Guttuso stimava il padre di Rossella perché nella sua pittura vedeva l’espressione di un forte legame con la sua terra natale giacché la terra da cui germinano piante, fiori e frutti anche spinosi (i fichidindia) era pure la materia prima dell’arte. Come gli alberi, i fiori ed i frutti anche l’arte ha bisogno di nutrimento e questo lo si può estrarre da un sentimento di profonda appartenenza alla terra. E’ da questa materia prima per Guttuso che l’arte può essere vivificata. I veri pittori più che a un cielo ideale rarefatto e astratto si ispirano guardando alla terra, guardando alla loro materia prima fonte di vita. 

Per Guttuso come per Gaetano Scaduto i colori erano terra giacché in essa vi trovavano la vera luce, una luce allo stato grezzo, materiale, da cui essi come esperti e veri alchimisti venivano ad estrarre quella quinta essenza che è lo splendore, la luce dei colori. Per questo se si osservano meglio le opere di Guttuso ma anche quelle di Rossella Scaduto che risentono dell’influenza delle pitture paterne non possiamo non notare in questi colori tracce copiose di terra. I colori delle opere della nostra Rossella infatti sono colori terrosi. Essi sono luce dello spirito contenuto, celato nelle viscere della terra, di cui portano tracce. Questo spirito, questa luce è la vita che affiora in superficie dalle profondità della nostra terra e assume forme diverse, eterogenee. Queste forme sono molteplici, perché molteplici sono le forme della vita ossia degli esseri umani, animali, vegetali che popolano la terra. 

Rosella nella sua pittura predilige la raffigurazione dei fiori perché in essi più che in altri esseri si manifesta la luce del colore, la quinta essenza originata dalla linfa vitale estratta dalla terra. La luce dei colori incarnata nei fiori è il mistero della vita. Essa splende ma pure presto appassisce. Nei fiori più che in ogni altra cosa si rivela pertanto il mistero di una esistenza che ha breve durata, per la quale non si possono non avere rimpianti.  Nei fiori che hanno breve durata la nostra pittrice esprime pertanto un to di tristezza e di malinconia, di rimpianto anche per lo splendore e la bellezza fugace. La bellezza intesa come ornamento di corpi destinati presto a scomparire, destinati presto a veder scomparire l’ornamento naturale di cui in vita erano fieri. 






 Ai fiori si possono pure paragonare le figure femminili dipinte nelle sue tele dalla nostra Rossella. Figure di donne simbolo della fertilità della madre terra, simbolo di una bellezza magicamente fascinatrice, ma che come ogni bellezza, come ogni splendore, come ogni ornamento portatore di luce e di incanto, è destinato a spegnersi. 

    

Per concludere questo nostro breve commento sulla pittura di Rossella Scaduto non possiamo non accennare alle figure degli amanti da ella raffigurate nei suoi dipinti. Questi amanti visti anche nel loro congiungimento carnale portano i segni delle ferite, che sono i segni del mysterium coniunctionis, di quel mistero che è il congiungimento carnale, il congiungimento sessuale, vero e proprio rito in cui si attua, si riattiva la forza, la potenza di Eros e Thanatos, di Amore e Morte in una loro estatica e travolgente epifania.

Piero Montana


COMUNICATO STAMPA

L'Ufficio Stampa del Comune di Bagheria probabilmente come ogni ufficio burocratico é di natura  repressiva riguardo a quell'esprit de finesse, per citare Pascal, che caratterizza tutto ciò che non é di ordinaria amministrazione.

Per questo quando esso viene a manifestarsi sia pure in un breve scritto, attenendosi(?) alle regole
burocratiche viene a soffocarlo con le sue sole armi disponibili, quelle della censura.

Ho lavorato all'Ufficio Stampa del nostro Comune e ho visto pubblicare cose davvero insignificanti, persino temi di bambini che di istituzionale non avevano assolutamente nulla.
Temi di bambini pubblicati per fare un piacere al papà dottore o avvocato, che per mera vanagloria ne
avevano richiesto la pubblicazione sul nostro prestigioso sito istituzionale. Temi pubblicati senza alcuna osservazione di quelle norme, di quelle regole che si pretendono rispettare censurando un mio breve articolo sulla pittura di Rossella e quella di suo padre, Gaetano Scaduto, nonché di Renato Guttuso, le cui opere esprimono una medesima concezione dell’arte, quella realista che si attiene alla figurazione non di idee concettuali ma di “cose” come le chiama Guttuso, non metafisiche, ma di questo nostro mondo, il mondo della terra in cui viviamo, per la quale nelle sue opere ha sempre espresso un forte sentimento di appartenenza.

E’ la sua terra natia, la terra di Bagheria, quella a cui Guttuso, pur vivendo a Roma, si sentirà sempre legato; per questo egli ha sempre mantenuto rapporti privilegiati con gli artigiani ( i pittori di carretto) e gli artisti bagheresi, scrivendo per loro articoli o promuovendo sia a Palermo che a Roma le loro mostre. In particolare gli artisti bagheresi che furono suoi amici si chiamano Provino, Mario Liga, Gaetano Scaduto, Carlo Puleo.

Scrivendo sulla pittura di Rossella Scaduto che risente dell’influenza di quella paterna non potevo non
parlare del padre Gaetano, non potevo non parlare del legame tra questi e Guttuso, non potevo non
parlare di uomini, di artisti che hanno dato un loro significativo contributo alla storia culturale della nostra città.

Ebbene censurando il mio articolo hanno pure censurato questo pezzo di storia bagherese, non curanti del fatto che venendo così ad operare vengono a contribuire a quel fenomeno dello “sradicamento” oggi in atto, contro il quale artisti ed intellettuali bagheresi hanno da sempre combattuto.

PIERO MONTANA

CELL. 3886416109

EMAIL : montana.piero@libero.it