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venerdì, dicembre 06, 2024

CINZIA FARINA : "Le parole e le cose" dal 7 dicembre prox al Centro d'Arte e Cultura PIERO MONTANA

 





MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA
LE PAROLE E LE COSE
DI CINZIA FARINA
SABATO 7 DICEMBRE ORE 17,30
CENTRO D’ARTE E CULTURA “PIERO MONTANA”
VIA BERNARDO MATTARELLA N 64
BAGHERIA (PA)
DAL 7 AL 28 DICEMBRE 2024
TUTTI I GIORNI (COMPRESI I FESTIVI) DALLE 17 ALLE ORE 20
CELL. 3886416109
Email: montana.piero@libero.it



Sabato 7 dicembre alle ore 17,30, nei locali del Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana, siti in via Bernardo Mattarella n° 64 a Bagheria (PA), sarà inaugurata la mostra d’arte contemporanea Le parole e le cose di Cinzia Farina. 
Definire l’opera di questa artista assai singolare è un compito assai arduo. Le sue opere infatti sono contrassegnate da un linguaggio elusivo, che sfugge ad ogni classificazione.
Inquadrarla pertanto in questo o quell’ambito della ricerca dell’arte contemporanea è di certo un errore assai grossolano.
Essendo un tale linguaggio essenzialmente poetico è difficile definirlo, anche quando, nel migliore dei casi, lo si viene ad inquadrare nell’ambito della poesia visiva.
E’ dunque un linguaggio quello dell’opera di Farina che merita un’attenzione particolare, l’attenzione di un intimo coinvolgimento nell’ascolto del nuovo, che dal suo cuore, il centro dello spazio dell’opera, viene a proporci con immediata (senza alcuna mediazione) sincerità e modestia.
Ecco allora che mettersi all’ascolto di un tale linguaggio non significa prestare attenzione solo alle parole o alle lettere che lo costituiscono, giacché l’operazione che essenzialmente nella sua opera Farina viene ad attuare non è altro che un coniugare il Verbo alla materia, alle cose di cui essa è composta, e questo coniugare, a sua volta, non è che il tessere la trama di un linguaggio rammemorante.
L’opera di questa nostra artista si contraddistingue per la sua poesia. Ma la sua non è che la poesia del cuore, degli affetti che ancora ci legano a degli oggetti usurati e dismessi, sia che si tratti di vecchi tessuti, di carte ingiallite e un tempo preziose, sia che si tratti persino di vecchi chiodi arrugginiti, che per caso non sono finiti nella spazzatura, nonché ancora di altri materiali, nei quali il tempo trascorso ha lasciato tracce indelebili.
Ebbene sono queste le cose di cui l’artista si serve nel comporre l’intima poesia che contraddistingue la sua opera. 
La presenza di questa materia nella sua arte non va confusa con l’usurpazione dell’oggetto nello spazio dell’arte contemporanea. 
L’oggetto da Farina impiegato é ad ella affettivamente legato, ed è questa intima affettività che viene proiettata nello spazio dell’opera, mentre nel contesto delle ultime mode dell’arte contemporanea è l’oggetto anonimo, freddo e seriale che viene ad occupare tutto il suo spazio, estromettendo da essa quel che solo dovrebbe costituirla: la centralità (il cuore) del suo operatore.
L’opera di Farina è dunque una testimonianza significativa nonché preziosa, nel nostro tempo, di una resistenza alle mode imperanti, che di esso incarnano solo lo spirito razionalista, freddo e materiale, negatore di quel che dovrebbe ritenersi più caro: la poesia degli affetti e dei ricordi, la semplice poesia del nostro cuore.

CENTRO D’ARTE E CULTURA “PIERO MONTANA”





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