ARTE E CREATIVITA'

il gioco della mente e del corpo con la materia
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e messaggi sempre diversi
per imparare
l'arte di vivere

venerdì, febbraio 14, 2014

Domenica 16 febbraio alle 17 a spasso nella Viterbo del Cinema2.0

Appuntamento "A spasso con Federico Fellini nei luoghi dei Vitelloni "di domenica 16 febbraio alle 17.

La mia fantastica avventura a Viterbo 

"La mia avventura fantastica a Viterbo è di quasi dieci anni fa. Erano i primi anni che avevo la macchina, e la macchina più che un mezzo di locomozione voleva dire per me uno strumento di scoperte nel paesaggio, in Roma e soprattutto intorno a Roma.

Il mio primo movimento è stato anzi in certo senso un evadere da Roma: la campagna intorno mi attirava enormemente, con tutto il suo potere così misterioso, pagano ma anche mistico, con la sua solennità che si fonde senza contrasti con la più assoluta aridità. E proprio in una di queste scorribande mi imbattei in Viterbo, che per me significava il ritorno alla provincia: le sue strade con la gente che cammina nell’aria intorpidita, anche quando c’è ombra, i negozi che espongono verso le vetrine oggetti e cose che non si trovano più in città, quell’aperto oziare che non è mai vuoto, è sempre pieno di echi dolcissimi, quel senso della città antichissima, borghese e aristocratica, così misteriosamente italiana…

Io non ho mai visto i paesaggi da turista, dall’esterno: non ho mai voluto conoscere dei paesaggi, ho sempre cercato di riconoscerli. Penso che un paesaggio può, con una linea, un gesto di colline, salvare addirittura una persona, comunicargli un messaggio prezioso. Viterbo, così alle porte di Roma, è stata per me la città che traduceva in questa dolcezza di memorie, di provincia sincera, abbandonata, addirittura la grandezza del Lazio, il senso della vita intorno a Roma.

Viterbo restituiva a un sapore d’infanzia addirittura la forza di Roma, che per me era stata solo la città della giovinezza. Viterbo mi faceva capire Roma e me la riconsegnava filtrata già nella memoria. A Viterbo ci sono le fontane, i vecchi alberghi con dentro le luci accese, nell’ombra, anche di giorno (una frescura meravigliosa d’estate) e le campane che battono come risuonassero dentro casa: tre cose che mi hanno sempre dato angoscia, ma anche dolcezza: come se mi mescolassero più intimamente a tutti gli echi che mi porto dentro. E che cosa si può desiderare di più da una città, che altro motivo si deve avere per amarla profondamente?"

(Federico Fellini -Epoca il 23 agosto 1959)

«All’automobile devo le scoperte di un Lazio favoloso, i paesini arroccati sui cucuzzoli di zone zellose, la campagna, le aie assolate coi ricordi della malaria, il favoloso Maccarese che sembrava il Giappone medievale dei film di Kurosawa, e tante altre cose ancora. Ma soprattutto devo ai miei vagabondaggi in automobile in città, in campagna e al mare, l’apparizione delle prime immagini dei miei film, le idee, i personaggi, anche i dialoghi perché spesso mi fermavo dovunque mi trovassi e prendevo degli appunti. Quel fluttuare, quel vagare senza meta, con le cose, i colori, gli alberi, il cielo, le facce che sfilano silenziose aldilà dei vetri dell’automobile, ha sempre avuto il potere di collocarmi in un punto indefinibile di me stesso, dove immagini, sensazioni e presentimenti nascono spontaneamente».
 

(Federico Fellini, Intervista sul cinema, Laterza, Roma-Bari 1983, pp. 90-91)

«Ma il nostro paese si compone di tante regioni, profondamente diverse, di tante provincie ancora radicate, nutrite da una tradizione che è la nostra cosa più preziosa e che andrebbe salvaguardata. Talvolta è sufficiente allontanarsi di cinquanta o cento chilometri da dove si vive e respirare per scoprire un’Italia che non si conosceva, o che si aveva frainteso o dimenticato. Un’Italia rimossa, allontanata e sepolta dall’immagine di un’Italia sciagurata che si sta vivendo oggi; un’Italia sgradita, sgradevole, inabitabile o nella quale non ci si riconosce più. La provincia ci può conciliare con l’essere italiano: le Marche, o la Toscana, per esempio. Forse ho il rimpianto di non avere viaggiato di più quando ero giovane per conoscere meglio l’Italia, il che sarebbe stato, in fondo, un modo di migliorare la conoscenza di me stesso (…) Preferisco la campagna al mare, è più densa, più misteriosa, più animata. Mi piacciono le stagioni, le piante, gli animali, appartengono al mio modo di essere. I miei primi film sono nati girando nel viterbese, La strada, per esempio».


(Federico Fellini, iMAGO. Appunti di un visionario, Semar, Roma 1994, pp. 20-21)

Federico Fellini
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La proloco di Viterbo organizza
 “La mia fantastica avventura a Viterbo”. 


A spasso con Federico Fellini nei luoghi dei Vitelloni
 
e con Alberto Sordi, alias Otello Celletti, il Vigile di Luigi Zampa 
e tanti-tanti altri…

L’appuntamento è su viale Trieste, davanti alla stazione della ferrovia ex-Roma Nord. Un percorso affascinante per un itinerario inedito che toccherà luoghi e tappe della Viterbo del cinema: piazzale Gramsci, porta Fiorentina, piazza della Rocca, piazza San Faustino e via Cairoli , ex chiesa di Santa Maria della Salute, piazza del Comune e piazza delle Erbe, il Corso e le scalinette di via Saffi…
Un mix tra storia, curiosità e aneddoti sulle tracce dei molti sceneggiatori, registi e attori che, grazie alla vicinanza con Roma e contemporaneamente alla sua diversità paesaggistica rispetto alla capitale, hanno scelto Viterbo e la Tuscia per i loro set.

In compagnia di Irene Temperini e Antonello Ricci la passeggiata si promette indimenticabile e chiuderà come solito con un brindisi festoso


Info e prenotazioni: segreteria@prolocoviterbo.it
oppure telefonare a – 393 3232478 –
 Quota di partecipazione 5 euro. 
Per i soci 3 euro

Bambini e ragazzi fino a 18 anni sono esenti da quota

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