ARTE E CREATIVITA'

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martedì, ottobre 08, 2024

LA STORIA DI CAMILLE CLAUDEL, SCULTRICE


UNA TRISTE STORIA, MA MERITEVOLE DI ESSERE CONOSCIUTA.


  Camille Claudel (1864 - 1943) fu la musa e l’amante dello scultore e pittore francese Auguste Rodin (1840 - 1917), ma anche una scultrice straordinaria, rinchiusa in manicomio in quanto donna libera.     
  Di fatto Primogenita, perché il primogenito maschio era morto, dopo di lei nasceranno Louise, la preferita della madre, e Paul, lo scrittore.
  
   Non è una famiglia felice, lo stesso Paul scriverà che tutti litigavano con tutti e racconterà della madre     anaffettiva, che non li prendeva mai in braccio.
   Il padre, esattore delle tasse, rigido e conservatore, approva e sostiene le aspirazioni artistiche dei figli.
   Per questo la famiglia si sposta a Parigi, dove Camille e Paul possono frequentare scuole di qualità.
   Era difficile per una donna del tempo essere un artista, perlopiù scultrice.
   Le donne spesso non avevano accesso al nudo, non venivano quasi mai premiate nei Salon e nelle esposizioni e non erano accettate negli Atelier.
  Non potevano indossare pantaloni o abiti comodi ed è facile immaginare con quanta difficoltà dovessero destreggiarsi tra marmi e gessi con quelle ampie gonne.
  Camille incontra Rodin nel 1884: ne diventa la musa, la modella e l'amante, tra loro vi è una profonda comprensione artistica.
. Fu una relazione travolgente ma anche tormentata dai pregiudizi della società e dal rifiuto della famiglia di Camille che disapprovava la sua relazione con Rodin.
   Molti lavori di Rodin furono realizzati a quattro mani con Camille, ma mentre Rodin riceveva gli onori,   Camille viveva all'ombra, accettando di condividerlo con un’altra donna, dalla quale aveva avuto un figlio
   Alla fine Camille interrompe la sua relazione con lo scultore, fu allora che la madre di Camille, che aveva vergogna del comportamento della figlia, decise di farla rinchiudere in manicomio.
  Non ne uscirà mai più: inutili i tentativi di far capire che non è pazza, questa donna brillante e geniale resterà segregata per oltre trent’anni in una misera stanzetta.

  Scriveva al fratello.... . “Mi si rimprovera di aver vissuto da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È sulla base di queste accuse che sono incarcerata come una criminale, privata della libertà, del cibo, del fuoco. Da cosa deriva tanta ferocia umana?
  Recentemente le sue cartelle cliniche sono state rese pubbliche :sono piuttosto monotone sullo stato mentale, tuttavia i medici che si sono avvicendati nella direzione del manicomio, sono concordi nell'affermare che non è una paziente pericolosa per sé e per gli altri e che tornare in famiglia potrebbe solo aiutarla.
   La madre si rifiuterà sempre di riprenderla in casa, né Paul farà mai qualcosa in tal senso.

  Alla fine, dimenticata da tutti, si spegne nel 1943, dopo trent’anni di prigionia.
  Il suo corpo viene seppellito in una fossa comune, senza che nessun membro della sua famiglia presenzi al suo funerale.
 Le sue opere vengono esposte accanto a quelle di Rodin.

  Il 26 marzo 2017 si è svolta l'inaugurazione del primo museo dedicato a Camille Claudel a Nogent -sur-Seine, luogo dove ha trascorso la sua adolescenza.
Si tratta di un ampliamento del museo creato nel 1902 dagli scultori Paul Dubois ( 1829-1905) e Alfred Bouxher ( 1850- 1934)


        da Artenauta - post di Vincenzo Iorio

lunedì, febbraio 19, 2024

SULLA PITTURA DI ROSSELLA SCADUTO - pezzo censurato dall'Ufficio Stampa del Comune di Bagheria


Rossella Scaduto nel sangue porta il dono della pittura ereditandolo dal padre Gaetano, amico di Renato Guttuso che volle parlare delle sue opere in articoli pubblicati sul giornale L’Ora.

Guttuso stimava il padre di Rossella perché nella sua pittura vedeva l’espressione di un forte legame con la sua terra natale giacché la terra da cui germinano piante, fiori e frutti anche spinosi (i fichidindia) era pure la materia prima dell’arte. Come gli alberi, i fiori ed i frutti anche l’arte ha bisogno di nutrimento e questo lo si può estrarre da un sentimento di profonda appartenenza alla terra. E’ da questa materia prima per Guttuso che l’arte può essere vivificata. I veri pittori più che a un cielo ideale rarefatto e astratto si ispirano guardando alla terra, guardando alla loro materia prima fonte di vita. 

Per Guttuso come per Gaetano Scaduto i colori erano terra giacché in essa vi trovavano la vera luce, una luce allo stato grezzo, materiale, da cui essi come esperti e veri alchimisti venivano ad estrarre quella quinta essenza che è lo splendore, la luce dei colori. Per questo se si osservano meglio le opere di Guttuso ma anche quelle di Rossella Scaduto che risentono dell’influenza delle pitture paterne non possiamo non notare in questi colori tracce copiose di terra. I colori delle opere della nostra Rossella infatti sono colori terrosi. Essi sono luce dello spirito contenuto, celato nelle viscere della terra, di cui portano tracce. Questo spirito, questa luce è la vita che affiora in superficie dalle profondità della nostra terra e assume forme diverse, eterogenee. Queste forme sono molteplici, perché molteplici sono le forme della vita ossia degli esseri umani, animali, vegetali che popolano la terra. 

Rosella nella sua pittura predilige la raffigurazione dei fiori perché in essi più che in altri esseri si manifesta la luce del colore, la quinta essenza originata dalla linfa vitale estratta dalla terra. La luce dei colori incarnata nei fiori è il mistero della vita. Essa splende ma pure presto appassisce. Nei fiori più che in ogni altra cosa si rivela pertanto il mistero di una esistenza che ha breve durata, per la quale non si possono non avere rimpianti.  Nei fiori che hanno breve durata la nostra pittrice esprime pertanto un to di tristezza e di malinconia, di rimpianto anche per lo splendore e la bellezza fugace. La bellezza intesa come ornamento di corpi destinati presto a scomparire, destinati presto a veder scomparire l’ornamento naturale di cui in vita erano fieri. 






 Ai fiori si possono pure paragonare le figure femminili dipinte nelle sue tele dalla nostra Rossella. Figure di donne simbolo della fertilità della madre terra, simbolo di una bellezza magicamente fascinatrice, ma che come ogni bellezza, come ogni splendore, come ogni ornamento portatore di luce e di incanto, è destinato a spegnersi. 

    

Per concludere questo nostro breve commento sulla pittura di Rossella Scaduto non possiamo non accennare alle figure degli amanti da ella raffigurate nei suoi dipinti. Questi amanti visti anche nel loro congiungimento carnale portano i segni delle ferite, che sono i segni del mysterium coniunctionis, di quel mistero che è il congiungimento carnale, il congiungimento sessuale, vero e proprio rito in cui si attua, si riattiva la forza, la potenza di Eros e Thanatos, di Amore e Morte in una loro estatica e travolgente epifania.

Piero Montana


COMUNICATO STAMPA

L'Ufficio Stampa del Comune di Bagheria probabilmente come ogni ufficio burocratico é di natura  repressiva riguardo a quell'esprit de finesse, per citare Pascal, che caratterizza tutto ciò che non é di ordinaria amministrazione.

Per questo quando esso viene a manifestarsi sia pure in un breve scritto, attenendosi(?) alle regole
burocratiche viene a soffocarlo con le sue sole armi disponibili, quelle della censura.

Ho lavorato all'Ufficio Stampa del nostro Comune e ho visto pubblicare cose davvero insignificanti, persino temi di bambini che di istituzionale non avevano assolutamente nulla.
Temi di bambini pubblicati per fare un piacere al papà dottore o avvocato, che per mera vanagloria ne
avevano richiesto la pubblicazione sul nostro prestigioso sito istituzionale. Temi pubblicati senza alcuna osservazione di quelle norme, di quelle regole che si pretendono rispettare censurando un mio breve articolo sulla pittura di Rossella e quella di suo padre, Gaetano Scaduto, nonché di Renato Guttuso, le cui opere esprimono una medesima concezione dell’arte, quella realista che si attiene alla figurazione non di idee concettuali ma di “cose” come le chiama Guttuso, non metafisiche, ma di questo nostro mondo, il mondo della terra in cui viviamo, per la quale nelle sue opere ha sempre espresso un forte sentimento di appartenenza.

E’ la sua terra natia, la terra di Bagheria, quella a cui Guttuso, pur vivendo a Roma, si sentirà sempre legato; per questo egli ha sempre mantenuto rapporti privilegiati con gli artigiani ( i pittori di carretto) e gli artisti bagheresi, scrivendo per loro articoli o promuovendo sia a Palermo che a Roma le loro mostre. In particolare gli artisti bagheresi che furono suoi amici si chiamano Provino, Mario Liga, Gaetano Scaduto, Carlo Puleo.

Scrivendo sulla pittura di Rossella Scaduto che risente dell’influenza di quella paterna non potevo non
parlare del padre Gaetano, non potevo non parlare del legame tra questi e Guttuso, non potevo non
parlare di uomini, di artisti che hanno dato un loro significativo contributo alla storia culturale della nostra città.

Ebbene censurando il mio articolo hanno pure censurato questo pezzo di storia bagherese, non curanti del fatto che venendo così ad operare vengono a contribuire a quel fenomeno dello “sradicamento” oggi in atto, contro il quale artisti ed intellettuali bagheresi hanno da sempre combattuto.

PIERO MONTANA

CELL. 3886416109

EMAIL : montana.piero@libero.it

mercoledì, dicembre 06, 2023

“Il cuore della luce è nero. Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco Danese.” al Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana”


Inaugurazione il 9 dicembre alle ore 17,30.






Con il patrocinio del Comune di Bagheria, nei locali del Centro d’Arte e Cultura
“Piero Montana”, sito in via Bernardo Mattarella N° 64 a Bagheria (Palermo), sarà
inaugurata sabato 9 dicembre alle ore 17,30 la mostra 
Il cuore della luce è nero. Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco Danese.




Questa è la mostra non di un adepto, di un iniziato, che tuttavia nelle sue opere
pittoriche, dense di materia, mostra degli aspetti che soprattutto sono presenti, con
evidente rilevanza, in quella scienza ermetica, oggi obliata nel mondo moderno, che
nel passato ebbe il nome di Alchimia.

Anzitutto la materia pittorica di Danese che presenta nuove soluzioni nel campo
dell’astrattismo, nella sua sapiente elaborazione si fonda su una tecnica mista che
utilizza materiali eterogenei, quali ad esempio il cartone, la sabbia, le garze, i colori
acrilici, i collages, tutti elementi tenuti insieme, saldati dalla colla.
Tuttavia in questa materia così realizzata primeggiano come colori prevalenti il nero
e il bianco, colori questi propri delle prime due fasi del processo alchemico: la
nigredo e l’albedo.

Ma l’albedo nel modo di operare di Danese non viene conseguita come un
superamento della fase iniziale costituita dalla nigredo, ma al contrario come una
fase che viene meglio ad illuminare l’Indistinto, il Caos, le Tenebre propri dell’Opera
al nero. Nella pittura del nostro artista viene espresso pertanto una sorta di
pessimismo cosmico. In essa infatti è dominante solo il nero, il colore della nigredo.
Pittoricamente il nero che è pure il colore del buio e della notte non viene
rischiarato dal nostro artista ma oscurato ancora di più.

Il bianco, colore dell’albedo, viene quindi usato da Danese al solo scopo di rendere
visibile l’Invisibile, quel che non si può illuminare, quel che per sempre rimane
oscuro.




Danese con i suoi mezzi pittorici finisce dunque per mostrare nelle sue opere il dominio delle Tenebre.
Sono le Tenebre la materia oscura che avvolge il nostro mondo, il nostro universo nonostante in esso vagano tante stelle, tanti punti luminosi, che tuttavia trovano fondamento in un mistero insondabile, quello stesso mistero che è l’unica certezza
della nostra esistenza.

Nell’opera di Danese si possono pertanto intravedere i temi dell’antico nonché eretico pensiero gnostico, che, come si sa, affermava, sfidando l’Ortodossia cattolica, che tutto il nostro mondo materiale è governato proprio dal Principe delle Tenebre ossia da un Governatore per nulla buono ma, al contrario, malvagio al cui dominio siamo costretti a soggiacere.

A differenza degli gnostici però Danese fa intravedere, nel suo operato pittorico, un
pessimismo ancora più radicale.
Dalle Tenebre che avvolgono la nostra esistenza, per il nostro pittore, non c’è via di
scampo. Da queste Tenebre nessun Salvatore può trarci fuori.

Questa pittura di Danese di certo allora è la pittura di un esistenzialista radicalmente
pessimista.

Nella pittura del nostro artista è pertanto dominante solo un’Opera al nero che oltre
l’alchimia mostra aspetti che sconfinano nella mistica, da sempre pure, come la
scienza ermetica sopraddetta, in odore di eresia.
Senza forse conoscerlo e pur nella diversità dei temi esistenziali, Danese sembra
accostarsi nella suo operare a un mistico spagnolo del Seicento, il carmelitano
Giovanni della Croce, di cui celeberrima è l’opera poetica “La notte oscura”.
È qui infatti che Giovanni della Croce matura l'esperienza della notte. Notte dei sensi
e dello spirito, momento di travaglio, sofferenza, dubbio, senso di solitudine e
d'abbandono da parte di Dio, temi questi che il nostro artista condivide a pieno,
esprimendoli pittoricamente.
 A differenza del pensiero del mistico spagnolo, quello di Danese esclude però che
questa Notte possa essere solo un momento, una fase necessaria per la
purificazione dei sensi e degli affetti che ci legano al mondo e ci impediscono di
salire lungo la via spirituale che porterebbe alla salvezza dell’anima.

Danese, diciamolo chiaramente, è un artista maledetto, di cui è facile lodare nei suoi
quadri i risultati di una buona resa pittorica ma non i temi molto problematici e
difficili da condividere, espressi nella sua opera.


La mostra “Il cuore della luce è nero. Pittura ed Alchimia nell’opera di Marco
Danese”
sarà in esposizione nei locali del Centro d’Arte e Cultura “Piero Montana”
dal 9 dicembre 2023, giorno della sua inaugurazione, al 6 gennaio 2024 e si potrà
visitare gratuitamente tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 20 ma solo su prenotazione
telefonando al numero di cellulare 3886416109.


 
PIERO MONTANA 







giovedì, settembre 28, 2023

L'Art Hotel Atelier sul Mare, l'Albergo-Museo a Castel di Tusa chiude ?

 


Un Hotel unico al mondo, Centro d'Arte e Opera d'Arte esso stesso, l'Albergo-Museo  ATELIER SUL MARE  è finito  nel mirino della burocrazia e dei NAS.


Antonio Presti dopo un controllo dei NAS decide di chiudere l'albergo/museo Atelier sul Mare

Dopo il restauro della Porta della Bellezza e la realizzazione della monumentale Porta delle Farfalle (progetto che ha trasformato il cavalcavia che divide il quartiere periferico di Librino, a Catania, in una galleria d’arte a cielo aperto), Antonio Presti ha deciso di istituire anche la Triennale Della Contemporaneità, una rassegna d’arte in collaborazione con le Università, i Licei Artistici e le Accademie locali, le quali potranno progettare venti stanze dell’Atelier sul Mare. 
Così facendo, le 40 camere dell’albergo-museo (di cui venti sono opere d’arte firmate da artisti internazionali, tra cui Mauro Staccioli, Hidetoshi Nagasawa e Mario Ceroli) avrebbero continuato a essere un luogo di sperimentazione per le nuove generazioni di artisti, se Presti non avesse incontrato l’ennesimo “problema” burocratico. 

Dopo quarant’anni, sentire ancora la parola ‘abuso’ per un mio progetto culturale che (come sempre) unisce etica ed estetica è stato un duro colpo” 
così parla Antonio Presti, intercettato da Artribune. 
“Io non discuto sulle norme, assolutamente, infatti ho subito cercato di porre rimedio. Ma ciò che mi ferisce è la solitudine da parte delle istituzioni, dopo una vita spesa per la cultura, per l’arte e per la Sicilia. Ad oggi, non mi sento di espormi rispetto le sorti di Atelier sul Mare, non sono ancora certo se continuerò l’attività o se chiuderò”.

 Un limbo nel quale aleggia anche il nuovo progetto di Presti, che aveva come sede proprio l’albergo – museo. 
La Triennale Della Contemporaneità è il futuro” rassicura il mecenate, “se la sede non dovesse più essere l’Atelier sul Mare, il progetto si potrà spostare a Librino, nell’ambito di ‘Opera Librino’, oppure al Parco delle sculture di Fiumara d’Arte, ma sicuramente non verrà abbandonato”. 

domenica, luglio 02, 2023

Queering history?? (Storia queer??)

 




Queering Progressive History
Bettina Aptheker e i Comunisti negli armadi
Di Don Kilhefner

Disegno di Don Kilhefner su un triangolo rosa da uno di una serie di cartelli portati dai membri di ACT UP durante le parate dell'orgoglio di Long Beach e Los Angeles nel 1989.

Diciamo spesso che Don Kilhefner è "l'attivista gay più pericoloso vivo in America". Potrebbe sembrare un'iperbole, ma... Se non sta protestando fuori dal LA LGBT Center, che ha co-fondato nel 1971, sta usando la sua penna avvelenata arcobaleno.

Abbiamo pubblicato diversi articoli di Don Kilhefner. Abbiamo qualche altro articolo di radicali come Don in cantiere, ma la prossima settimana vi porteremo un estratto dell'intervista dal nostro archivio. Ad oggi, abbiamo quasi 150 ore di conversazioni e interviste registrate con Don.

Siamo a un punto di svolta nella storia in cui numerose strutture di potere stanno facendo del loro meglio dietro le quinte e non, per manipolare, mascherare e minimizzare le lotte presenti e le vittorie passate. Sembriamo arrabbiati? Dobbiamo condividere storie prima che sia troppo tardi e abbiamo perso la battaglia contro l'assimilazione e l'invasione del capitalismo. L'impegno incessante di Don per la resistenza e la comprensione dei pericoli della cattura d'élite sottolineano la nostra necessità di un approccio assertivo per combattere le forze oppressive ovunque si trovino.

--August Bernadicou, Presidente del Progetto Storia LGBTQ

Don Kilhefner (in piedi), Morris Kight (a sinistra) e Ken Bartley sotto il portico della prima casa del Los Angeles Gay Community Services Center (ora The LA LGBT Center). ottobre 1974, da The Advocate .

Crescendo come un povero ragazzo della classe operaia nella conservatrice contea di Lancaster, Pennsylvania - Amish-Mennonite-Central - la mia intelligenza in erba sembrava sempre inclinarsi naturalmente a sinistra sulla bussola politica.

Alla fine degli anni '50 alla Millersville University, un ramo del sistema universitario statale della Pennsylvania, Maynard Keynes, un omosessuale, Frederick Engels, Karl Marx, così come Adam Smith, entrarono nella mia coscienza e nel mio vocabolario politico.

Poco più che ventenne, iniziai la corrispondenza con Gus Hall (1910-2000), capo del Partito Comunista USA (CPUSA), e Norman Thomas (1884-1968), capo del movimento socialista americano e sei volte candidato alla presidenza. Le loro brevi note che mi hanno risposto sono state di supporto e incoraggiamento. Ero innamorato delle loro idee.

Fu un matrimonio breve. Finì con una profonda delusione ma non con cinismo. A quel tempo, ho scoperto le parole "decadenza borghese" che secondo l'ideologia marxista/comunista risultavano in omosessuali come me che spesso avevano lussuria nel mio cuore (Jimmy Carter, sì!) per gli uomini. L'ideologia comunista sosteneva che sarebbe stato meglio se gli uomini gay non fossero in giro. [La persecuzione da parte degli etero suprematisti allora era principalmente diretta contro gli uomini gay.] Quelle fastidiose mosche gay richiedevano uno scacciamosche per la supremazia etero. Nel 1934, lo scrittore sovietico Max Gorky dichiarò sulla Pravda: "Distruggete gli omosessuali, il fascismo scomparirà".

Vale anche la pena notare che l'Enciclopedia dell'omosessualità (Volume 2) afferma: "Non ci possono essere dubbi sul fatto che, per quanto ne pensassero, Marx ed Engels erano omofobi...".

Tutti i tipi di stupidi discorsi spazzatura e tori pseudo-intellettuali ** t si verificano nelle culture etero dominanti riguardo alle persone gay: disumanizzazione sempre, genocidio di solito. Quando si tratta di gay e lesbiche, c'è pochissima differenza tra dittature di destra o di sinistra, così come democrazie, tutte pervase da eterosuperiorità.

Ho continuato a evolvermi come un uomo gay che accetta se stesso. Presto ho scoperto Walt Whitman e Allen Ginsberg, iniziando una storia d'amore che durava tutta la vita con tutto ciò che è gay e, a dire il vero, tutto ciò che è "decadente".

Apprezzo ancora molto il messaggio del Capitale di Marx che mi ha aiutato a capire il capitalismo industriale come un sistema di oppressione e come quel sistema abbia creato molta sofferenza per i lavoratori poveri, come i miei genitori. Le intuizioni del libro sono ancora rilevanti oggi con le nostre strutture economiche capitaliste, miliardarie e miliardarie di sorveglianza tecnologica di vino vecchio in bottiglie nuove di dimensioni piccole, grandi e grandi.

Durante gran parte del 20° secolo, il marxismo è stato una presenza intellettuale importante, ma organizzativamente oscura, nei campus universitari statunitensi e nella cultura statunitense. Nel 1938, il CPUSA eliminò i sospetti membri gay e lesbiche. Non è stato fino al 1991 che il CPUSA ha votato per ammettere per la prima volta membri apertamente gay e lesbiche, 23 anni dopo che la ribellione di Stonewall del 1969 e il movimento di liberazione gay veramente rivoluzionario avevano già rapidamente trasformato la vita degli omosessuali americani. Solo nel 2005 il CPUSA ha sostenuto inequivocabilmente i diritti LGBT: 2005!

Negli anni '20 e '30, molte volte i migliori, i più brillanti e i più creativi di quella generazione, molti dei quali gay e lesbiche, furono attratti dalle possibilità idealistiche del nuovo orizzonte marxista che prometteva una società più equa e credevano che il CPUSA avrebbe contribuire a facilitare quella rivoluzione. Le purghe di Stalin e le invasioni sovietiche dell'Ungheria (1956) e della Cecoslovacchia (1968) si conclusero con la disillusione della maggior parte dei membri e dei sostenitori del CPUSA.

Gus Hall di Kent Kobersteen, sconosciuto.

Alla fine del 20° secolo, Gus Hall urlava contro glasnost, perestrojka e omosessuali come un vecchio toro mastodonte che affonda nelle fosse di catrame di La Brea. Il CPUSA si è biforcato in un partito reazionario guidato da Hall, che presto è diventato in gran parte irrilevante e compagni di viaggio che hanno lasciato il partito, diventando in gran parte assorbiti dalle eruzioni del socialismo democratico all'inizio del 21 ° secolo.

Di recente, Bettina Aptheker ha scritto un resoconto storico molto necessario e sempre più all'avanguardia sulle persone gay e lesbiche e sul loro coinvolgimento all'interno della Vecchia Sinistra, con particolare enfasi sul CPUSA e sui suoi numerosi gruppi di facciata. La storia dei queer e della Nuova Sinistra è tutta da scrivere. Il libro di Aptheker è intitolato Communists In Closets: Queering the History 1930s-1990s (Routledge).

Si è dichiarata pubblicamente comunista nel 1962 attraverso il movimento per la libertà di parola a Berkeley e come lesbica nel 1979, 10 anni dopo Stonewall. Evidentemente, essere Red pubblicamente era più facile che essere Lavanda.

Aptheker è un'astuta storica accademica a pieno titolo e, come viene sempre regolarmente menzionato, come adesso, è anche la figlia di Herbert Aptheker (1915-2003), un illustre storico marxista e autore di numerosi libri sulla storia afroamericana e storiografia, in particolare il suo eccezionale American Negro Slave Revolts nel 1943. Mi sono imbattuto per la prima volta nella sua voluminosa ricerca sulla storia dei neri mentre ero uno studente laureato in storia alla Howard University a metà degli anni '60 e l'ho incontrato di nuovo alla fine degli anni '60 mentre era all'UCLA attraverso il mio anti- Partecipazione al movimento della guerra del Vietnam. L'ho esaltato.

Nel 2003, la signora Aptheker ha guadagnato la mia profonda stima e compassione quando nel suo Intimate Politics: How I Grow Up Red, Fought for Free Speech and Became a Feminist Rebel ha coraggiosamente rivelato apertamente che nella sua giovinezza era stata spesso molestata sessualmente da suo padre .

Non appena Amazon Prime ha consegnato il libro, ho subito iniziato a leggere Comunisti negli armadi , divorandolo in due sedute. Con crescente entusiasmo, ho assorbito le nuove informazioni storiche gay e lesbiche. Durante una seconda lettura, poche settimane dopo, la mia intelligenza critica incentrata sull'omosessualità è entrata in azione e le domande hanno cominciato a emergere. Condividerò entrambe le esperienze.

Prima lettura
È stata una lettura rinfrescante e piacevole sugli attivisti politici e culturali gay e lesbiche del 20° secolo di cui non avevo mai sentito parlare prima e la mia ammirazione per questi antenati cresceva man mano che leggevo. Tanto per cambiare, non si trattava solo di privilegiati e celebrità, di glitterati e letterati. Si tratta principalmente di normali persone gay e lesbiche con una forte coscienza sociale che hanno guidato il loro lavoro incarnato di giustizia politica e sociale dall'inizio alla fine del 20° secolo negli Stati Uniti ea livello internazionale. La signora Aptheker li rende anche persone complete includendo anche frammenti delle loro vite amorose e di lussuria.

Il CPUSA è stato fondato nel 1919 come propaggine del primo movimento sindacale militante. Gay e lesbiche non dichiarati si unirono al nascente Partito, come chiarisce Aptheker, anche se le loro inclinazioni erano spesso evidenti se avevi occhi per vedere.

Nel 1938, nei modi consueti degli etero suprematisti, la leadership del CPUSA espulse gay e lesbiche noti e sospetti e proibì la loro appartenenza come rischio per la sicurezza. Attraverso il ricatto, si sosteneva che gli omosessuali potessero rivelare le macchinazioni clandestine e l'appartenenza segreta del Partito, la stessa stupida scusa usata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, come se gli eterosessuali non potessero essere ricattati o rischi per la sicurezza, solo gli omosessuali.

[Quando è emersa la questione del ricatto all'inizio del movimento di Liberazione Gay, abbiamo detto: “Non puoi ricattare una persona onesta. Uscire." All'inizio degli anni '70, gli oppositori omosessuali conservatori del militante Gay Liberation Front di Los Angeles usarono il "red baiting" come strumento per screditare Morris Kight e me, come nel 1953 distrusse il Mattachine. Sulla stampa ci si riferiva a Kight come "Moscow Morris" e io ero chiamato "Peking Don" e si sparse la voce che mi identificava come un membro etero del Partito Socialista dei Lavoratori (Trotskisti) inviato a prendere il controllo del GLF per il SWP - tutte sciocchezze. A quei tempi, il modo per distruggere qualsiasi movimento di cambiamento sociale era etichettarlo come "comunista".]

Il contributo, persino la leadership, dei gay e delle lesbiche ai movimenti di cambiamento sociale radicali del XX secolo, in quanto gay e lesbiche, spesso non è riconosciuto dagli storici, discusso o addirittura cancellato nella vecchia sinistra. Come un archeologo culturale, Aptheker ha portato alla luce strati su strati di tesori queer sepolti, nascosti e non così nascosti. Dopo 55 anni di creazione e studio assiduo della storia e della cultura politica gay, il 95% dei nomi è nuovo anche per me, oh e ahing silenziosi mentre leggo.

In modo sacro, permettetemi di citare alcuni nomi di questi antenati gay e lesbiche: Harry Hay, Lillian Wald, Anna Rochester, Gerald Meyer, Maud Russell, Bertha Capen Reynolds, Marc Blitzstein, David Graham DuBois, Virginia Mercado, Marge Gelders Frantz, Betty Boynton Millard, Bayard Rustin, Elanor Flexner, Lorraine Hansberry e molti, molti altri, potrei andare avanti per pagine.

Sono stati coinvolti, molte volte in posizioni di leadership, a volte come fanti, in ogni causa di cambiamento sociale progressivo e di giustizia sociale che si possa immaginare nel 20° secolo.

Anche se sono stati costretti a nascondere il loro vero io, hanno vissuto una vita di giusta integrità e un importante contributo sociale. Le persone LGBTQ e altri, come continuo a ricordare, hanno una storia di cui essere orgogliosi.

Mentre posavo i comunisti negli armadi , seduto con gli occhi chiusi, pensando e sentendo il libro, mi è venuta in mente la frase profetica del biologo evoluzionista EO Wilson nel suo On Human Nature, vincitore del Premio Pulitzer nel 1978, "Gli omosessuali possono essere i rari portatori dell'impulso altruistico nella specie umana”.


Seconda lettura
Poche settimane dopo la mia prima lettura emotivamente esuberante di Comunisti negli armadi , ho letto di nuovo il libro. La seconda lettura ha coinvolto la mia intelligenza critica incentrata sull'omosessualità, facendomi dialogare con il libro, meno una conversazione con Aptheker e più con i miei antenati gay e lesbiche pre-1950 di cui si parla nel libro. Ecco come è andato il dialogo:

Le domande che sto per porvi collettivamente sono poste con grande rispetto e ammirazione per il radicale lavoro di cambiamento sociale delle vostre generazioni. C'è qualcosa, però, che non capisco. Voi marxisti, membri del CPUSA prima del 1938 e dopo, buoni piantagrane di sinistra e guerrieri del cambiamento sociale, eccellevate nell'analisi politica dei problemi sociali, articolavate le fonti dell'oppressione per un'ampia varietà di minoranze e classi, e organizzate persone provenienti da diversi settori della società per affrontare questi problemi.

Quindi, perché non hai usato quelle stesse capacità e abilità per analizzare le fonti dell'oppressione gay e lesbica e organizzarti contro la discriminazione che ti è stata lanciata? Perché non avete reagito, nemmeno uno di voi? Perché non hai organizzato gli omosessuali? Sapevi come.

Perché ci è voluto fino al 1950 perché gli omosessuali negli Stati Uniti - Harry Hay e gli altri sei uomini progressisti che hanno organizzato il Mattachine - ci definissero un gruppo minoritario oppresso con una cultura omosessuale unica? [Un tentativo di brevissima durata è stato fatto da Henry Gerber per organizzare un gruppo omosessuale a metà degli anni '20 a Chicago, ma è stato rapidamente schiacciato dalla polizia]

Non capisco, e sono un veterano attivista gay che gioca nella tua squadra. C'è qualcosa nella profondità e nella depravazione della supremazia etero nella prima metà del 20° secolo negli Stati Uniti che deve essere messa a fuoco storicamente più chiaramente? O era qualcos'altro?

Sì, capisco perfettamente il tuo punto di vista. Sono d'accordo che ci fosse una supremazia etero sistemica e istituzionalizzata in tutto il mondo occidentale che ti faceva vergognare e svalutare. Sì, potresti perdere la famiglia e il lavoro. Sì, le lobotomie ti sono state fatte involontariamente con rompighiaccio. Sì, sì, ogni religione ti ha definito peccaminoso, inferiore e disgustoso, e le leggi a ogni livello politico hanno permesso di arrestarti per essere apertamente te stesso. Sì, gli psicologi hanno avvelenato le vostre menti. Capisco perché il suicidio fosse una via d'uscita razionale per alcuni. Sì, cadaveri omosessuali sono stati trovati nei fossi lungo le strade di campagna e nessuno se ne è preoccupato.

Perché nessuno ha reagito e ha detto a Gus Hall e agli altri eterosciovinisti di spingerlo, per così dire? Questa è una domanda estremamente amichevole.

Non sapevi di Edward Carpenter (1844-1929), un uomo apertamente gay in Inghilterra che tenne pubblicamente conferenze in tutto il paese sul socialismo, l'uguaglianza delle donne e il tipo intermedio (il suo termine per homos invece di "sodomiti") e scrisse libri su questi soggetti?

Non sapevi di Karl Heinrich Ulrichs (1825-1895), un uomo apertamente gay in Germania, un avvocato, che lì combatté in modo assertivo e pubblico contro la supremazia etero?

Non sapevi del nuovo, cosiddetto campo scientifico della sessuologia emerso alla fine del XIX secolo in Europa che per primo ha coniato i termini "eterosessuale" (buono, normale) e "omosessuale" (cattivo, anormale). In Germania, un Magnus Hirschfeld (1868-1935) molto visibile e pubblicato e il suo Istituto a Berlino hanno contribuito a un'agenda politica pro-homo, riforma della legge.

Non sapevi della vita e della cultura gay, lesbica e trans relativamente aperta durante la Repubblica di Weimar (1918-1933) in Germania con organizzazioni omosessuali, pubblicazioni e una comunità proto gay, distrutta dai nazisti e progressi in molti altri paesi europei Paesi. Sia il Partito Comunista che i Socialdemocratici in Germania durante il periodo di Weimar hanno sostenuto la depenalizzazione delle relazioni omosessuali e consensuali.

Questo mi sconcerta. Perché sulla sponda europea dell'Atlantico c'era azione gay e lesbica e movimento in avanti e sulla sponda americana apparentemente silenzio sul fronte omo politico? C'è stata molta impollinazione intellettuale incrociata tra i popoli e le culture europee e statunitensi durante la prima metà del 20° secolo, in particolare da parte della sinistra. Non sapevi di quegli omosessuali che avanzavano lentamente in Europa?

In ogni caso, voglio dare a ciascuno di voi un caloroso abbraccio e ascoltare i vostri racconti di sopravvivenza e resistenza personale.


Forse, potrei interpretare male il flusso di informazioni sull'omosessualità tra l'Europa e il Nord America prima del 1950. Ecco un valido argomento di tesi di dottorato per un brillante studente laureato in storia LGBTQ.

Communists In Closets è un libro importante e racconta una storia significativa sia per le persone LGBTQ che per la società in generale.

E, dopo che tutto questo è stato detto e fatto, mi inchino lentamente e profondamente, con molta gratitudine e rispetto, in direzione di Bettina Aptheker.

August Bernadicou (a sinistra), Don Kilhefner (al centro) e Rev Ed Hansen durante un dialogo intergenerazionale tra August e Ed Hansen, 2019.
LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA A DON KILHEFNER

INTERVISTE  RECENTI

sabato, maggio 20, 2023

MAGNUM CHAOS


Tarsia lignea del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, 
opera di Giovan Francesco Capoferri su disegno di Lorenzo Lotto.





mercoledì, febbraio 01, 2023

lunedì, gennaio 23, 2023

La Fondazione Arnaldo Pomodoro annuncia il proprio programma 2023

 

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IL PROGRAMMA 2023

Un ricco e articolato palinsesto di attività, a partire da quelle incentrate sull' approfondimento e la valorizzazione dell’opera del Maestro: i portali web gratuiti e on-going del Catalogue Raisonné e dell'Archivio online, la seconda mostra del ciclo Open Studio, i workshop e le visite guidate per avvicinare il pubblico alla storia, all'opera e alle pratiche dell'artista.

La Fondazione prosegue inoltre il suo impegno di promotore culturale e osservatorio sulla creatività contemporanea attraverso il ciclo delle Project Room, dedicato ai giovani artisti, e il Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura, con la mostra di Candice Lin alla GAM di Milano, che riconferma la partnership con il Comune di Milano, Area Musei Arte Moderna e Contemporanea. Infine, a suggellare la nuova partnership tra la Fondazione e FENDI, una mostra dedicata ad Arnaldo Pomodoro al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma.



Scopriamo qualche anticipazione in più sul programma...



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Open Studio #2

Dal 12 marzo al 28 maggio 2023



Lo studio Pomodoro apre i propri spazi accogliendo un nuovo allestimento curatoriale dedicato alla produzione anni ’60, periodo in cui i soggiorni americani a Berkeley come guest professor hanno spinto il Maestro verso forme di sperimentazione nuove – tutte da scoprire!

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Project Rooms #17 e #18

Dal 6 aprile al 9 giugno 2023 (Project Room #17)

Da settembre a dicembre (Project Room #18)



Prosegue il programma espositivo dell’osservatorio sul contemporaneo della Fondazione. Quest’anno la guest curator Chiara Nuzzi ha selezionato gli artisti Lito Kattou e Paul Maheke per interventi artistici sperimentali in collaborazione con Fondazione ICA di Milano.

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Mostra del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura | VI edizione

Dal 14 aprile al 18 giugno 2023



In occasione dell’Art Week 2023 verrà esposta presso la GAM di Milano, partner istituzionale dell'iniziativa, una selezione di opere della vincitrice della VI edizione del premio Candice Lin.

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Mostra “Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà” presso il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma

Dal 12 maggio all'1 ottobre 2023



Frutto della nuova partnership siglata tra Fondazione e Fendi, all’insegna dei valori condivisi di sperimentazione e creatività, sarà un'opportunità unica per conoscere l'opera del Maestro e visitare un luogo iconico della capitale!

lunedì, gennaio 09, 2023

Un Museo sui generis e incredibilmente affascinante

Un grande grazie per la segnalazione a Ethan Ricci News da Lucca

S.M.I. Museo della Società Metallurgica Italiana di Campo Tizzoro - Video # 1


IL MUSEO

Il Museo della SOCIETÀ METALLURGICA ITALIANA di Campo Tizzoro nasce nel 2010 su idea e progettazione dell’architetto Gianluca Iori responsabile per l’associazione dei progetti di valorizzazione dei siti culturali in collaborazione con KME Itali SPA, allora proprietaria del sito e dell’azienda oggi di proprietà IRSA.

Il Museo documenta cento anni di storia della produzione industriale italiana, sia dello stabilimento di Campo Tizzoro Munizioni da Guerra, sia degli altri stabilimenti del gruppo quali: Livorno, Ferriere di Mammiano, Limestre, Firenze, Fornaci di Barga e del gruppo BRIXIA (Brescia).

Organizzato per sale tematiche e in fase di ampliamento, ripercorre la storia del munizionamento italiano leggero e pesante d’Italia dal 1860 al 2000 e più in generale l'attività industriale fino al 2006.

CAMPO TIZZORO

Campo Tizzoro, nel cuore dell'appennino toscano, lega la sua storia agli stabilimenti industriali della S.M.I. (Società Metallurgica Italiana) impiantati qui nel 1911 per la produzione di cartucce. La S.M.I. costruirà il primo nucleo abitativo per i suoi operai tra il 1930 ed il 1935.

La S.M.I. continuerà ad essere fino agli anni '80, il cuore dell'economia della Montagna Pistoiese, affiancando alla produzione di proiettili, la lavorazione di laminati di bronzo, acciaio e rame.

RIFUGI ANTIAEREI

I rifugi S.M.I. sono un esempio di archeologia industriale realizzato a Campo Tizzoro sulla montagna pistoiese, unico esempio in Italia di ricovero ipogeo di queste dimensioni (si snodano sotto l’area di Campo Tizzoro per oltre 2 km) costruiti da un'azienda privata per la propria forza lavoro. Le gallerie sono scavate nella roccia viva e scendono ad una profondità tra i 15 ed i 30 metri sotto il perimetro dell'area industriale. Furono realizzati nel 1939.


CAPITOLI del video # 1

00:08 Sala del Plastico di Campo Tizzoro e delle opere assistenziali
01:34 Sale del munizionamento e del controllo munizioni (caricatrici Frizt Wenner)
02:43 Sala della Presidenza con i cimeli dal '700 al '900
04:12 Sala del chimico e del fulminato di Mercurio
04:58 Sala cartografica e delle aziende agricole
06:19 Sale in allestimento (piano terra)
07:59 Sale in allestimento (primo piano)
09:50 Corridoio
10:30 Esterno
11:09 Sala dell'aereo
  


CAPITOLI del video # 2

Un po' di storia, per immagini
Rifugi Antiaerei


LINK PER APPROFONDIRE

 ▪ Museo della Società Metallurgica Italiana di Campo Tizzoro: https://www.irsapt.it/it/smi/

 ▪ Associazione Archivio Storico Orlando SMI Onlus: https://www.archivioorlandosmi.it/

 ▪ Museo e Rifugi della S.M.I.:la fabbrica di munizioni in mezzo alle montagne: https://www.cacciaoggi.it/2015/05/19/...


VIDEO PER APPROFONDIRE

 ▪ Montagna pistoiese - Musei S.M.I. di Campo Tizzoro - Bellitalia, RAI3, 2 maggio 2020: https://youtu.be/eY0YmaRO1CE

 ▪ S.M.I. Opere assistenziali della Società Metallurgica Italiana: https://youtu.be/7uZYku4u_Ns

 ▪ Società Metallurgica Italiana - SMI: https://youtu.be/WT8bf8Ete7o

CREDITI Fotografie di repertorio reperite in rete e sul sito dell'Archivio Storico Orlando SMI Un sentito ringraziamento all’Architetto Gianluca Iori per averci accompagnati con così tanta passione e competenza alla scoperta di questo piccolo, grande gioiello dell’archeologia industriale.