«Non penso che ci sia mai stato un uomo che ha trattato una donna come sua pari — so di valere quanto loro» –
Berthe Morisot, 1890
Questo bell'articolo (link) di Livia Capasso racconta con affetto e rispetto della vita di una grande pittrice, di cui molti ignorano non solo l'esistenza ma l'intera opera che pure è una delle più cospicue dell'Impressionismo.
" Il 14 gennaio del 1841 nasceva a Bourges, in Francia, Berthe Morisot. Donna forte e indipendente, una delle più grandi pittrici francesi del XIX secolo, seppe dare vita all’interno del gruppo impressionista a un suo stile personale: con piccole pennellate, dissolvendo i contorni delle figure e lavorando sulla luce, senza l’uso del nero, pervenne a un linguaggio pittorico sciolto, leggero, giocato su tratti che sembravano improvvisati e su toni quasi impalpabili. I suoi temi per lo più erano obbligati ai soli ambienti di cui, come donna, aveva esperienza: non potendo frequentare alcuni luoghi tipici della pittura impressionista, quali i caffè, entrava nelle case dove erano relegate le donne, che ritraeva nei salotti, nei giardini, mentre erano intente alle varie occupazioni della giornata, leggevano o badavano ai bambini. Amava però dipingere all’aperto, per assorbire la luce solare che registrava nei suoi repentini mutamenti, anche se dipingere all’aperto, passare molto tempo fuori casa, era considerato disdicevole per una donna.
Nata in una famiglia agiata, di estrazione alto-borghese, fu iniziata fin da piccola alla pittura, insieme alle due sorelle, dai genitori, che allestirono nel giardino di casa un atelier a loro destinato. La madre era pronipote dell’artista Jean-Honoré Fragonard, e la loro casa era aperta ad artisti e letterati che incisero sulla crescita della giovane Berthe.
Apprese le basi anatomiche del disegno da Joseph Guichard, ex allievo di Ingres, passato al romanticismo di Delacroix, poi sulla spinta di Camille Corot cominciò a sviluppare le sue creazioni en plein air, uscendo anche letteralmente all’aria aperta, e disegnando a stretto contatto col mondo naturale, e con un’attenzione particolare alla variazione degli effetti di luce.
Fu il suo primo passo verso l’Impressionismo.
Si trovava al Louvre per copiare un dipinto di Rubens, era il 1868, quando un incontro fortuito con Éduard Manet, presentatole dal pittore Henri Fantin-Latour cambiò la sua vita.
Nacque tra di loro un’attrazione reciproca che si sublimò in un rapporto di ammirazione e stima: il pittore la elesse a modella prediletta e in pochi anni la ritrasse almeno undici volte.
Questo (sopra) è il suo ritratto più famoso, dove appare elegantemente vestita con un cappello nero e un abito dello stesso colore, che contrasta con una camicetta di pizzo bianca e il delicato rosa dell’incarnato e mette in evidenza i grandi e profondi occhi neri. Una luce intensa, provenendo da sinistra, si proietta sul suo volto, in modo da illuminarne solo un lato, mentre la parte destra rimane in ombra. [..] "
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