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giovedì, maggio 25, 2017

Sarteano , Necropoli delle Pianacce, Toscana - Tomba della quadriga infernale

Rinvenuta nel 2003 , con un ciclo pittorico in ottimo stato di conservazione, è databile nella seconda metà del IV sec. a. C. E' stata scavata nel travertino locale ad una profondità di circa 5 metri. L'ingresso è tramite un lungo dromos di 19 metri con quattro nicchie e dopo la porta un lungo corridoio che dà accesso ad una camera a pianta quadrangolare di circa di m. 3,50 di lato. Sul lato sinistro si osserva la quadriga infernale ,dal quale ha preso il nome la tomba.

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 Una figura vestita di rosso,con capelli di fiamma al vento, una strana barba, occhi sbarrati, fronte doppia, con una zanna che gli fuoriesce dal labbro inferiore, conduce il cocchio che porta il defunto nel mondo dei morti.

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 È Charun, il demone che sta assolvendo la sua funzione canonica: accompagnatore delle anime nel viaggio ultraterreno. ll cocchio mostra anch'esso il carattere ultraterreno con la stessa natura degli animali che lo conducono: i leoni rimandano ad una iconografia della dea Cibele, mentre i grifoni, in questo caso privi di ali, sono assimilabili ai “draghi alati” che trainano la biga di Persefone. Il carro è preceduto da un personaggio di cui rimane molto poco, di lui si apprezzano piedi, polpacci e parte di una grande ala. Il piede sinistro "è reso con particolare cura e maestria" con unghie e pieghe delle dita. Al di sotto di tutta la rappresentazione corre un fregio di delfini che si gettano tra le onde marine simboleggiando il trapasso e la vita dell'uomo nell'aldilà. Una nuvola nera che avvolge le fiere giunge davanti al volto del conducente,ed alle spalle di questo si apre una nicchia, incorniciata da una porta di tipo cosiddetto dorico, che rappresenta proprio il limite del mondo ultraterreno. Due defunti sono visibili sul fondo della tomba distesi sulla kline del banchetto eterno, indossano mantelli che lasciano completamente scoperto il torace, e la diversa colorazione della pelle indica la diversa età dei due personaggi. Il gesto di saluto affettuoso tra i due rimane senza confronti nella pittura parietale etrusca. Può trattarsi sia del gesto tra due amanti che di quello tra un padre un figlio. Accanto a loro un servitore dal volto giovanile con corti capelli chiari vestito con una tunica trasparente sta portando il classico colino per filtrare il vino.

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Sul fondo della tomba si trovano un grande serpente a tre teste, munito di cresta e barba, con il corpo avvolto in un’unica grande spira. L’enorme mostro, com'è consuetudine delle fiere infernali, è una chiara allusione all’ambito ctonio.

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Sul semitimpano della parete di fondo sono raffigurati due grandi ippocampi, dei quali ne è visibile oggi solo uno, e simboleggiano  il trapasso come i delfini del fregio del corridoio.

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Al di sotto del timpano domina un grande sarcofago di alabastro grigio volterrano, ma decorato a Chiusi, con defunto sdraiato sul coperchio a doppia kline a basso rilievo sulla cassa (rinvenuto completamente distrutto a colpi di mazza),appoggiato a due cuscini e privo della testa.

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 Il corredo, recuperato in uno stato estremamente frammentario e di completo sconvolgimento, è stato ricostruito ed è esposto presso il Museo Civico Archeologico di Sarteano.

Tomba della quadriga infernale 


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