ARTE E CREATIVITA'

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martedì, maggio 30, 2017

Carri e carrelli nell'antichità

Il carro, carrus o carrum, veicolo a due o quattro ruote,dedicato al trasporto di merci o di persone, ha origini contemporanee a quelle della ruota, che venne infatti utilizzata nel carro per rendere quest'ultimo un valido strumento artigianale ed agricolo nella civiltà mesopotamica.
Il primo carro accertato nei documenti mesopotamici, risalente al 3000 a.C.è riconoscibile in un bassorilievo ad Ur chiamato il carro dei felini, costituito da ruote piene a tre settori, con asse e ruota solidali ed un perno fissato ad un telaio, che nel caso dei carri funebri, raggiunse la dimensione di 50 cm per 65 cm.
Intorno al 2000 a.C. compaiono in Persia i primi carri dotati di ruote a raggi. In Italia fu introdotto nell'età del bronzo, il cosiddetto plaustrum di uso agricolo, a cui succedette il carro etrusco che evidenziava provenienze orientali, il quale a sua volta passò dagli Etruschi ai Romani che lo usarono anche nelle competizioni circensi.

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Carrello bruciaprofumi in bronzo, sec. VIII, dalla necropoli di Olmo Bello

Gran parte dei carri dell'antichità, sia in Europa sia in Oriente, furono costruiti senza trascurare l'aspetto estetico e quindi abbondarono di decorazioni, quali pitture e rilievi. Nel periodo orientalizzante in Etruria compare il classico cocchio da guerra su due ruote con cassa chiusa sul davanti e manubri (biga, quadriga ,triga).

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Carrello bruciaprofumi etrusco zoomorfico sec Vlll a.C
Metropolitan Art Museum  -   Provenienza non specificata

 Il veicolo utilizzato moltissimo nella vita terrena compare in miniatura come carrello bruciaprofumi (thymiaterion) per essere usato nell'attività collegata alla vita ultraterrena cioé nelle cerimonie di culto, come dono votivo, poichè esalava fumi ed essenze profumate che miravano a creare un collegamento ideale tra il mondo umano e quello divino. Dovevano far parte della suppellettile dei santuari, sotto forma di esemplari più o meno pregevoli per il valore della materia adoperata (terracotta, bronzo o argento) e per l'eleganza della forma, delle proporzioni, della varietà di tipi che è conciliabile con la forma di una scatola (pyxis), atta a contenere la brace su cui bruciare l'incenso, e munita di coperchio, necessariamente forato.
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 Carrello bruciaprofumi   Sec. V a.C.    ex -Cecoslovacchia

Usati anche nei riti funerari i carrelli erano pertinenti ai corredi funebri femminili, legando in tal modo la donna alla sfera del quotidiano e del banchetto.
 Le più antiche testimonianze di bruciaprofumi ci sono fornite da rilievi funerari egiziani,poi per influsso delle civiltà orientali diventa un'usanza abbastanza diffusa.

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Carrello bruciaprofumi      Sec V a.C     Serbia

 I tipi più antichi in Italia sono quelli rinvenuti nelle antiche necropoli bolognesi: alcuni piccoli recipienti di lamina di bronzo ribattuta, di forma sferoidale schiacciata, muniti di coperchio con pomello, e di catenella di una certa lunghezza, oppure come una scatola a tronco di cono, traforata, con coperchio e pomello a fiore di loto, e catenella a nastro snodato(vetulonesi)o addiritura piccoli tripodi di bronzo, variamente decorati all'intorno e sormontati da un piattello convesso.
Gli Etruschi utilizzano la ginestra, il laudano, il pino, il mirto, l’incenso nei bruciaprofumi.

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Carrello bruciaprofumi celtico ?  Metà sec IV a.C.  Orãstie,, Transilvania, Romania

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Carrello bruciaprofumi    Sec l a.C     Acholshausen

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Carrello bruciaprofumi    Larnaka Cipro  sec Xl a.C (?)   Antikensammlung Berlin Misc

da  Marika-Monica Bianco

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