ARTE E CREATIVITA'

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mercoledì, dicembre 02, 2015

Arrampicarsi sulle statue antiche fa parte del tirocinio?

Caro Ministro Franceschini, 
non le pare che sarebbe opportuno che certi personaggi che si permettono di trattare come mobili da supermercato delle opere antiche, patrimonio della cultura umana, solo per pubblicizzare la loro esistenza, siano cacciati con ignominia dalle loro cariche, di cui si dimostrano ad esempio con questo mega selfie assolutamente indegni? 
Cominciando con la Direttrice dell'Accademia di Francia, Muriel Mayette, la signora che sghignazza ai piedi della fanciulla con la gonna gialla graziosamente aggrappata al piede della DEA.

Riprendo un articolo dell'amico Edoardo Sassi sul  http://roma.corriere.it/
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BENI CULTURALI MALTRATTATI
Accademia di Francia, arrampicati in sei sulla Dea Roma, originale antico
Foto di gruppo con la neodirettrice Muriel Gayett (il suo vero nome è Muriel Mayette -N.d.R.). La scultura, in marmo, alta tre metri e mezzo, proviene dal Tempio di Serapide sul Quirinale
di Edoardo Sassi


I borsisti dell’accademia di Francia sulla statua
Proprio così: una foto di gruppo con sei persone in posa arrampicate su un originale antico romano, in marmo, raffigurante la Dea Roma. È successo. E a posare non erano ultras ubriachi dopo una partita di calcio, bensì borsisti - sulla carta dunque artisti e intellettuali selezionati - di una delle più prestigiose istituzioni culturali del mondo, l’Accademia di Francia a Trinità de’ Monti, 350 anni di vita, posta sotto la tutela del Ministero della Cultura francese.

 Una foto tranquillamente diffusa ieri a mezzo stampa dalla stessa Villa Medici, per la prima uscita pubblica del nuovo direttore dell’istituzione, Muriel Gayett, attrice e regista teatrale, nome sul quale nei mesi scorsi si erano scatenate aspre polemiche. Sorridente e in posa, Gayette compare anche lei nella foto, non tra gli arrampicati sul colossale esemplare archeologico (più di tre metri), bensì ai piedi del monumento, lei e un’altra decina di borsisti... rimasti a terra. 

Ora, si fosse anche trattato di un calco l’esempio che derivava da quella foto sarebbe stato comunque pessimo, tanto più per un’istituzione culturale che dovrebbe avere la tutela e il decoro dei beni al primo posto della sua missione di civiltà. Ma quella statua oltretutto, immagine e simbolo della Città Eterna - non è affatto un calco. È un originale antico, uno dei pochi rimasti nei giardini della Villa rinascimentale, scultura restaurata pochi anni fa e che appartiene alla storia di Villa Medici dalle origini. La statua (notizie scientificamente fondate si trovano nello studio di Maria Gabriella De Monte e Alessandra Gariazzo, Nuova luce sulla statua colossale della Dea Roma a Villa Medici ) fu infatti acquistata dal fondatore del sito, il cardinale Ferdinando de’ Medici, il quale la comprò da Ippolito d’Este.

 Mille, come spesso accade in questi casi, le ipotesi sulla provenienza. Sulla statua, come è ovvio che sia, esiste infatti una vasta bibliografia, che fino a qualche tempo fa propendeva per un’appartenenza originaria al complesso delle Terme costantiniane. Studi recenti firmati da Filippo Coarelli - archeologo membro dell’Accademia dei Lincei - ipotizzano che questo esemplare di gusto adrianeo provenga invece dal Tempio di Serapide che era sul Quirinale. Di questa foto esiste un precedente «ai sali d’argento», con altri borsisti, nel XIX secolo, altrettanto arrampicati. Ma la citazione, se ma di questo si fosse trattato, nel 2015 si poteva/doveva evitare. 

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