ARTE E CREATIVITA'

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lunedì, marzo 19, 2018

PAUSA SISMICA a Palermo

Opere della Fondazione Orestiadi di Gibellina esposte in Palazzo Sant'Elia

Il cinquantesimo anniversario del terremoto nella valle del Belice è l’occasione per il comune di Gibellina di ricordarne la tragedia con una mostra che, oltre alle foto, i video ed altri documenti, espone in Palazzo Sant’Elia a Palermo il nucleo centrale della collezione d’arte contemporanea della Fondazione Orestiadi, creata nel ‘92 da Ludovico Corrao, delle cui opere noi vogliamo qui solamente occuparci.

La mostra è emozionante per i tanti capolavori in esposizione, molti dei quali sono nati a Gibellina durante il soggiorno degli artisti che hanno generosamente voluto contribuire al progetto di Corrao di una rinascita culturale del Belice che nell’arte imperitura affondasse le proprie radici.
Dunque non si tratta quella della Fondazione Orestiadi di una collezione a temi, ma di opere dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea italiana e straniera, opere assai convincenti per l’altissima qualità pittorica e/o scultorea in esse espresse.
Naturalmente sarebbe facile accumunare gli artisti espositori intorno a delle tendenze dell’arte contemporanea come ad esempio l’Accardi, Consagra, Turcato per il gruppo Forma1, Angeli e Schifano per il pop romano, Cucchi, Paladino, Germanà per la transavanguardia.
A questo ordine noi invece preferiamo seguire il filo rouge dell’emozione che sempre ci ha accompagnato nel seguire un nostro ideale percorso espositivo.
Così preferiamo incominciare a parlare partendo dal bellissimo olio su tela di Franco Angeli, Souvenir 

Franco Angeli- Souvenir
un ‘opera del 1990 in cui l’artista dipinge figure e simboli (aquile fasciste, falci e martelli, cuori, aeroplani e stelle) a lui congeniali nella invenzione tutta personale di quello che sarà definito pop romano.

Accanto ad Angeli troviamo Mario Schifano con un suo convincente capolavoro Scirocco neonato, realizzato proprio a Gibellina quando era ospite di Ludovico Corrao. L’opera del 1984, acrilici e smalto su tela, non è sicuramente pop, giacché in essa si possono cogliere suggestioni della pittura di Van Gogh e Monet espresse con quello slancio e libertà creativa che fanno di Schifano un autentico protagonista dell’arte contemporanea.
Mario Schifano - Scirocco neonato

Delle sculture di Arnaldo Pomodoro ci convince solo la potente forza dei Cuéfori (Frammenti di scenografia- 1985) in cui davvero insuperabile ci sembra la tensione espressa magistralmente in un’opera scultorea.
Sicuramente centrale nella collezione della Fondazione Orestiadi è Gibellina del martirio (1982) di Emilio Isgrò, una installazione di arte povera con tavoli in ferro, bacheche in plexiglass, libri neri (cancellati) e vecchi lumi di rame, che poeticamente allude  alla storia di una tragedia impossibile da raccontare nel dolore.
Teatro (1983) di Toti Scialoia è un grande dipinto in cui il pittore utilizzando una tecnica mista su un supporto di canapa dà espressione all’esplosione dei colori di cui violentemente gli schizzi invadono la superficie.
Con Le Libertà 1989, una tempera su carta, Giulio Turcato a suo modo dà forma a delle figure dal collo lungo di giraffa che si innalzano in alto verso il cielo, volendo così esprimere aneliti a puri ideali.
L’olio su tela, La Notte di Gibellina (1970) di Renato Guttuso è  un’opera figurativa e sicuramente una delle più convincenti del maestro bagherese nel mostrare lo spaesamento dei terremotati che con delle fiaccole si aggirano di notte tra le rovine della città colpita dal sisma.

Renato Gutttuso - La notte di Gibellina 
Infine vogliamo qui segnalare le opere davvero molto belle di Renata Boero Senza titolo (1982), dove la pittrice ha utilizzato colori naturali su tela e di Tonio Trzenbinski 25 Gennaio 1968 che vuol richiamare alla memoria la scossa più forte che in questa data fece crollare le mura già lesionate dall’ evento sismico del 15 dello stesso mese.
La prima è un’opera materica caratterizzata da un impasto terroso, la seconda è una “Guernica” siciliana dai toni decisamente espressionistici.
Molto interessante James Dean, il decollage del manifesto cinematografico realizzato da Mimmo Rotella.
Davvero per finire segnaliamo positivamente altre due opere, una poetica scultura di Fausto Melotti Contrappunto (1983), di cui ci viene presentato un modello in acciaio ed una bellissima fotografia di Adrian Pali (2000) Home to go sul tema dei migranti, di cui però qui il fotografo vuol coglierne in un’angolazione davvero molto originale tutto il peso della sofferenza.

Adrian Pali - Home to go
Non ci convincono invece Michelangelo Pistoletto con la sua installazione Love Difference, nata col proposito di utilizzarla come tavolo per incontri dei popoli del Mediterraneo e la riproduzione però di un grande e bellissimo dipinto di Carla Accardi, riproduzione in mostra solo giustificabile per la non trasportabilità dell’opera originale dalle Case di Stefano di Gibellina, sede della Fondazione Orestiadi. Ed ancora non ci convincono i modelli sia del Grande cretto di Burri realizzato dall'artista di Città di Castello che della Montagna di sale con i cavalli  di Mimmo Paladino, che faceva parte di una scenografia per la rappresentazione della “Sposa di Messina” di Schiller, messa in scena nel settembre del 1990 tra i ruderi di Gibellina Vecchia, giacché questi modelli possono creare equivoci ed essere scambiati per opere d’arte, di cui invece  si deve parlare per le loro naturali ed effettive realizzazioni.

Piero Montana

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