Il cinquantesimo anniversario del terremoto nella valle del Belice è l’occasione per il comune di Gibellina di ricordarne la tragedia con una mostra che, oltre alle foto, i video ed altri documenti, espone in Palazzo Sant’Elia a Palermo il nucleo centrale della collezione d’arte contemporanea della Fondazione Orestiadi, creata nel ‘92 da Ludovico Corrao, delle cui opere noi vogliamo qui solamente occuparci.
Dunque non si tratta quella della Fondazione Orestiadi di una collezione a temi, ma di opere dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea italiana e straniera, opere assai convincenti per l’altissima qualità pittorica e/o scultorea in esse espresse.
Naturalmente sarebbe facile accumunare gli artisti espositori intorno a delle tendenze dell’arte contemporanea come ad esempio l’Accardi, Consagra, Turcato per il gruppo Forma1, Angeli e Schifano per il pop romano, Cucchi, Paladino, Germanà per la transavanguardia.
A questo ordine noi invece preferiamo seguire il filo rouge dell’emozione che sempre ci ha accompagnato nel seguire un nostro ideale percorso espositivo.
Così preferiamo incominciare a parlare partendo dal bellissimo olio su tela di Franco Angeli, Souvenir
Franco Angeli- Souvenir |
Accanto ad Angeli troviamo Mario Schifano con un suo convincente capolavoro Scirocco neonato, realizzato proprio a Gibellina quando era ospite di Ludovico Corrao. L’opera del 1984, acrilici e smalto su tela, non è sicuramente pop, giacché in essa si possono cogliere suggestioni della pittura di Van Gogh e Monet espresse con quello slancio e libertà creativa che fanno di Schifano un autentico protagonista dell’arte contemporanea.
Mario Schifano - Scirocco neonato |
Delle sculture di Arnaldo Pomodoro ci convince solo la potente forza dei Cuéfori (Frammenti di scenografia- 1985) in cui davvero insuperabile ci sembra la tensione espressa magistralmente in un’opera scultorea.
Sicuramente centrale nella collezione della Fondazione Orestiadi è Gibellina del martirio (1982) di Emilio Isgrò, una installazione di arte povera con tavoli in ferro, bacheche in plexiglass, libri neri (cancellati) e vecchi lumi di rame, che poeticamente allude alla storia di una tragedia impossibile da raccontare nel dolore.
Teatro (1983) di Toti Scialoia è un grande dipinto in cui il pittore utilizzando una tecnica mista su un supporto di canapa dà espressione all’esplosione dei colori di cui violentemente gli schizzi invadono la superficie.
Con Le Libertà 1989, una tempera su carta, Giulio Turcato a suo modo dà forma a delle figure dal collo lungo di giraffa che si innalzano in alto verso il cielo, volendo così esprimere aneliti a puri ideali.
L’olio su tela, La Notte di Gibellina (1970) di Renato Guttuso è un’opera figurativa e sicuramente una delle più convincenti del maestro bagherese nel mostrare lo spaesamento dei terremotati che con delle fiaccole si aggirano di notte tra le rovine della città colpita dal sisma.
Renato Gutttuso - La notte di Gibellina |
La prima è un’opera materica caratterizzata da un impasto terroso, la seconda è una “Guernica” siciliana dai toni decisamente espressionistici.
Molto interessante James Dean, il decollage del manifesto cinematografico realizzato da Mimmo Rotella.
Davvero per finire segnaliamo positivamente altre due opere, una poetica scultura di Fausto Melotti Contrappunto (1983), di cui ci viene presentato un modello in acciaio ed una bellissima fotografia di Adrian Pali (2000) Home to go sul tema dei migranti, di cui però qui il fotografo vuol coglierne in un’angolazione davvero molto originale tutto il peso della sofferenza.
Adrian Pali - Home to go |
Piero Montana
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