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martedì, luglio 04, 2017

I Romani erano capaci di produrre il vetro? Ma certo! Ecco...

.. un autentico capolavoro di vetro risalente al IV secolo e.v., la coppa di Licurgo.


Si tratta di una coppa diatreta (*) di vetro di epoca romana, risalente al IV secolo. La coppa è costruita con vetro dicroico (**) e mostra un colore diverso a seconda del modo in cui la luce passa attraverso di essa: rosso quando illuminata da dietro e verde quando illuminata frontalmente.
 La coppa di Licurgo è l'unico oggetto romano integro completamente costituito da questo tipo di vetro e quello che maggiormente esibisce l'effetto cangiante. Probabilmente è "la coppa più spettacolare di quel periodo, opportunamente decorata, che sappiamo essere mai esistita".

Essa rappresenta un raro esempio di coppa diatreta romana integra, nella quale il vetro è stato accuratamente asportato e scolpito per lasciare solo una "gabbia" decorativa a livello della superficie originale. La maggior parte delle coppe diatrete presentano una gabbia con un motivo geometrico astratto ma in questo caso è presente una composizione con figure che mostra il mitico re Licurgo, che (a seconda della versione) ha cercato di uccidere Ambrosia, una seguace del dio Dioniso (Bacco per i Romani). Ambrosia è stata trasformata in un vitigno che attorcigliandosi intorno al re infuriato lo trattiene, uccidendolo infine. Dioniso e due seguaci sono rappresentati mentre si fanno beffe del re.



(*)
La coppa diatreta (in greco: διατρητων; latino: vas diatretum, al plurale diatreta) è una tipologia di contenitore in vetro romano di lusso, diffusosi intorno al IV secolo circa, e considerato «il culmine delle potenzialità dei romani nella lavorazione del vetro».
 Le diatreta consistono di un contenitore interno e di una gabbia o un guscio decorativo esterno che si distacca dal corpo della coppa, al quale resta attaccato tramite corti supporti.
Gli oggetti di questo tipo rinvenuti in Italia e altre regioni europee sono databili al periodo compreso tra il III ed il IV secolo.

Il termine “diatreta” deriva dal verbo greco διατραω = diatrao e si riferisce alla particolare tecnica di lavorazione dell'oggetto, che anticamente consisteva nella soffiatura di un vaso grezzo di spessore notevole, sul quale veniva dopo intagliata una raffinatissima lavorazione a reticolo, conferendo al manufatto il tipico aspetto di un vaso che sembra essere avvolto da un finissimo reticolo. Questa particolare tecnica veniva praticata forse in alcune manifatture della zona del Reno, ed ancora nasconde alcuni interrogativi per gli specialisti del vetro.

Circa cinquanta coppe diatrete si sono conservate, tra frammenti e pochi esemplari quasi completi, . La maggior parte possiede una gabbia con decorazioni geometriche circolari, spesso con un'«iscrizione», composta da lettere poste nel reticolo; alcune presentano una flangia aperta sotto l'iscrizione e sopra il motivo decorativo inferiore.
 Più rare sono le coppe con decorazioni figurative, tra le quali la Coppa di Licurgo, conservata al British Museum, che è l'unico esemplare conservatosi integralmente.

(**)
Il vetro dicroico è un vetro contenente micro-strati di ossidi metallici che danno al vetro dicroico proprietà ottiche particolari e un aspetto cangiante, sfruttato a scopi artistici e di alta tecnologia (si pensi alle lampade alogene "dicroiche" usate per illuminazioni particolari come in microscopia a luce trasmessa).
 L'invenzione del vetro dicroico è spesso erroneamente attribuita alla NASA (filtri dicroici), ma il vetro dicroico risale almeno al IV secolo, come si vede dalla Coppa di Licurgo.

La moderna produzione di vetro dicroico o bicolore si ottiene attraverso un processo di rivestimento multistrato. Cristalli di quarzo e ossidi di diversi metalli come titanio, cromo, alluminio, zirconio, magnesio sono vaporizzati con un raggio elettronico in una camera a vuoto, dove finiscono per condensarsi su una superficie in forma cristallina. Questo materiale è poi generalmente lavorato a caldo, e può essere utilizzato in forma grezza.

La principale caratteristica del vetro dicroico è il colore della luce riflessa che è cangiante, questo perché il colore della luce trasmessa è differente da quello ottenuto per riflessione.

L'industria romana del IV secolo raggiunse un uso così sofisticato di additivi che portò alla produzione di vetri dicroici.

Vaso Portland in vetro/cammeo
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