ARTE E CREATIVITA'

il gioco della mente e del corpo con la materia
per costruire
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e messaggi sempre diversi
per imparare
l'arte di vivere

mercoledì, aprile 30, 2014

Dedicato ai nemici delle aree pedonali..

...specie nei centri storici del viterbese ma non solo, che sono troppo spesso commercianti o meglio bottegai di scarsa cultura civica, questo pezzo appassionato di Tusciaweb che condivido volentieri.
AMg

Le città d’arte e cultura esistono, basta andare in Toscana…
di Francesco Mattioli

Viterbo - Un centro storico. Un artistico cestino per i rifiuti ogni cinquanta metri; molti angoli di verde – colori di fiori, essenze, pietre – sapientemente curati da aziende private, che li progettano e ne fanno manutenzione in cambio di una targhetta pubblicitaria; i negozianti arredano elegantemente gli spazi davanti alle loro vetrine; dovunque, sedute in legno laccato, colori diversi per le diverse vie, ombreggiate da piante fiorite, qualcuna persino con i cuscini; locali che aprono generosamente i loro tavoli lungo le vie e le piazzette. Non c’è un’automobile, e neppure un motorino: l’isola pedonale è molto estesa, si va a piedi, in bici, qualche ragazzo in skate.

Anche nei giorni festivi, che sono giorni dedicati agli ospiti turisti, gli operatori ecologici si preoccupano di tenere pulite le strade: per terra, neppure un pezzettino di carta, neppure una cicca, ovviamente neppure un bottiglietta abbandonata, o un bicchiere di carta. Anche i residenti fanno a gara per tenere pulito davanti al loro portone: un portone tirato a lucido, spesso affiancato da vasi di fiori e in qualche caso da opere d’arte in pietra, legno, ferro, e se alzi lo sguardo vedi balconi fioriti, finestre ricamate da tende vezzose.

Se pure ci fosse qualche malintenzionato e maleducato, c’è un vigile urbano in ogni angolo del centro storico, fino a notte inoltrata: ché lì c’è vita almeno fino mezzanotte e ne vale la pena. L’ufficio informazioni è strategicamente posto nel cuore del flusso dei turisti e dei visitatori, che pagano volentieri due euro l’ora nei parcheggi circostanti fino alle tre di notte, visto quanto di buono li aspetta in centro.

E non basta: esercenti, negozianti e commessi gentili, disponibili, competenti, talvolta quasi complici con te delle tue scoperte e delle tue meraviglie. Una volta alla settimana nella piazza più grande c’é il mercato; di livello, ci confluiscono acquirenti di mezza regione: niente stracci e cianfrusaglie, roba di qualità.

Non basta ancora: il centro non è tanto antico, ma le costruzioni sono restaurate, impeccabili, fascinose negli accostamenti di colore delle facciate, delle finestre, dei balconi: ora tono su tono, ora con curiose contraddizioni cromatiche; di certo fili elettrici, tubi, scatole sono dissimulati, finché possibile nascosti, convogliati nelle ombre e nei sottotraccia.

Perfino i segnali stradali sembrano discreti ed eleganti nel loro servizio: mai un cartello al centro di una piazza, mai un cartello scrostato o piegato, mai un cartello divelto. E non c’è ombra di writers: o che lì siano più civili persino i giovani creativi, che si sfogano in appositi spazi allestiti nell’immediata periferia, o che il controllo dei cittadini sia attento e diuturno o piuttosto che le numerose telecamere, strategicamente e discretamente posizionate, sappiano scovare i possibili rei, o infine coloro che fossero pescati a rovinare l’ambiente siano sollecitamente puniti, o forse tutte queste cose insieme.

Talvolta musicanti professionisti improvvisano un concerto in uno spazio appositamente dedicato, preoccupandosi solo di esprimersi, di fare arte.

Gli ingredienti comuni sembrano la civiltà, l’educazione, la dignità personale, la creatività e la cultura, l’orgoglio e il senso civico coniugati con il senso del bello e con un profondo senso dell’ospitalità; lì sono tutti consapevoli che il residente ha il diritto di godere di un alta qualità della vita, e che il turista, il visitatore, italiano o straniero, non solo merita rispetto, ma soprattutto contribuisce con la sua presenza al sostegno dell’economia locale, non è un pollo da spennare o una inevitabile sciagura, ma una risorsa a cui offrire il meglio, per farlo tornare e per fare con lui bella figura di fronte al mondo.

Dove sta questo posto? Lontano dall’Italia, in qualche angolo della Svezia o del Giappone? Non, no: non è neppure tanto lontano da Viterbo, si trova in Toscana, e ce ne sono altri sparsi per lo più nel centro nord, in Umbria, nelle Marche, in Veneto, in Trentino. Luoghi spesso di fama internazionale; guadagnata faticando, comunicando a dovere, e ora consolidata. Decine di alberghi lì intorno, attività artigianali, enogastronomia di livello, apertura mentale degli amministratori, degli imprenditori, delle parti sociali; e quindi, elevata occupazione, specie giovanile.

Mi chiedo: e noi, possiamo?

Francesco Mattioli

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