E IL CANTAUTORE GAY CIRI CECCARNI INVITA RENATO ZERO A FAENZA:
”LA SUA SCELTA DI LIBERTA’ DA’ CORAGGIO AGLI ARTISTI GIOVANI.
VENGA A SALUTARCI”
Il Secolo d’Italia “lancia” la discografia indipendente. Lo fa attraverso la rubrica “Noi libertari” di Daniele Priori dedicata questa settimana alla tredicesima edizione del Mei (Meeting Etichette Discografiche Indipendenti) in programma a Faenza dal 27 al 29 novembre 2009.
Tra gli eventi cardine del Mei 2009 il Secolo segnala “Musica contro l’omofobia” in programma sabato 28 novembre a partire dalle ore 21,30 presso il tendone D dello spazio fieristico di Faenza, “show di sensibilizzazione – scrive il quotidiano di via della Scrofa - che la discografia indipendente ha affidato alla direzione artistica del cantautore Ciri Ceccarini, riminese, già autore di “Sono ciò che sono” divenuta inno dell’ultimo Gay Pride nazionale tenutosi a Genova e purtroppo anch’egli vittima di una aggressione omofoba durante la scorsa estate”.
Tutto il Mei, infine, si troverà unito dal brano-manifesto contro l’omofobia, una vera e propria colonna sonora, ci spiega ancora il patron Sangiorgi, che gli indipendenti hanno voluto affidare a Ciri Ceccarini.
"Non scappo più" si intitola la canzone che si compone di un testo musicalmente agile, animato da frasi ironiche e dal ritmo battente della corsa che, tuttavia da fuga si trasforma in una rincorsa dei diritti civili che mancano.
Tutto ciò avviene attraverso un rap in cui Ceccarini tratteggia i contorni del dibattito:
“Siamo quelli che vanno contro la famiglia cattolica/afferma chi cerca lo scontro/questione politica/La lotta è dura e non mollo/Nel matrimonio credo/Padre da qui non mi scollo/Un patto laico chiedo”.
E proprio Ceccarini, in vista dello show di sabato sera che condurrà assieme all’ex deputato gay Franco Grillini rivolge un appello a Renato Zero:”Il re dei sorcini – dice Ciri al Secolo – è il vero protagonista di quest’anno. Il suo disco è la produzione indipendente che ha venduto di più nel 2009. La sua musica e i suoi gesti continuano a trasmettere speranza e forza ai giovani, così come ai tanti che, già dagli Anni ’70, grazie a lui hanno trovato un’anagrafe. Mai come questa volta sarebbe bello e doppiamente significativo averlo tra di noi al Mei, pure solo per un saluto”.
Era proprio Zero, d’altra parte, che nella splendida Si sta facendo notte cantava: “Non fosse stata musica a guarire i silenzi miei, non starei qui a difenderla, non ti chiederei di credere in lei…”
La tregiorni romagnola sarà un’occasione in più, per gli artisti liberi, di darci dentro affinché davvero non si faccia notte sulla musica italiano. Dimostrando a chicchessia che i perditempo e i cortigiani vivono decisamente altrove.
Daniele Priori su Il Secolo d'Italia
Nessun commento:
Posta un commento