ARTE E CREATIVITA'

il gioco della mente e del corpo con la materia
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per imparare
l'arte di vivere

giovedì, marzo 05, 2009

Salvatore Samperi non c'è più

Un grande artista, figlio del suo tempo, che è stato anche il mio. Ha saputo rappresentare magistralmente le contraddizioni del perbenismo ipocrita e le pulsioni, le emozioni e le ansie di libertà di una generazione, nella sua smania di affrancarsi dal bigottismo e dal provincialismo di un'Italia schiacciata tra pecoreccia ignoranza e moralismo.
Con grande attenzione e sensibilità ha portato sullo schermo figure belle, intrise di erotismo, emblematiche e indimenticabili che hanno accompagnato la grande stagione di rivoluzione culturale che potevano e volevano essere gli anni a cavallo tra i sessantacinque e il settantacinque. Ma quando il sogno è stato brutalmente spezzato dalla realtà ha continuato instancabilmente a sperimentare modi diversi di comunicare, oltre il cinema, perchè il linguaggio delle immagini era il suo mezzo di comunicazione politica, oltre che artistica, quello con cui continuare a difendere e conquistare palmo a palmo, da radicale ignoto, nuovi spazi di libertà, per tutti.

• Comunicato stampa dei dirigenti e dei parlamentari radicali sulla morte di Salvatore Samperi: un compagno attento, presente, coraggioso
Roma, 5 marzo 2009

Salvatore Samperi, oltre ad essere il grande artista che è stato, ha rappresentato per tutti i radicali un compagno attento, presente, coraggioso, sempre disponibile ad intervenire direttamente mettendosi in gioco con generosità e altruismo. Il suo essere radicale, fuori quindi da congreghe e terrazze del potere e del sottopotere culturale, ha fatto sì che non vengano conosciute oggi il suo apporto alla nascita e alla realizzazione di Teleroma 56, la tv radicale, ormai definita da tutti gli studiosi di media italiani "storica" per le innovazioni e il ruolo che ha rappresentato negli anni 80 anche a livello nazionale ed internazionale. La lezione di Salvatore Samperi è stata di credere in ciò che si decide di fare e farlo al meglio, indipendentemente da quanto la sfida fosse improbabile. Con la sua fantasia e la sua intelligenza, Samperi ha inventato e dato forma ad idee che oggi nel cinema, nella tv, nella cultura del nostro Paese sono diventate patrimonio comune. Salvatore Samperi è stato e resta per noi il radicale di sempre che ci accompagna, a volte da vicino, a volte a distanza di uno sguardo, ma sempre sicuro della strada prescelta e dei compagni con cui percorrerla.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da Notizie Radicali
venerdì 06 marzo 2009

Salvatore Samperi. “Sono radicale da molto tempo. Il radicalismo è qualcosa che contiene in sé una spinta verso il futuro, non è un mito, è una bellissima utopia”

di Va.Ve.

Ne sono passati tanti, di artisti, di registi, di attori, nel Partito Radicale. Su “Liberazione”, il quotidiano radicale di breve, gloriosa vita (meno di un anno), scriveva i suoi commenti salaci Luciano Salce; si divertiva a pubblicare sberleffi contro il mondo. Prima di lui, Arnoldo Foà, che è stato per qualche tempo anche consigliere comunale radicale a Roma.



Hanno avuto la tessera radicale registi come Dario Argento e Franco Brusati, Liliana Cavani e Damiano Damiani, che motivò la sua iscrizione dicendo che non condivideva tutto quello che Marco Pannella e i radicali facevano, “ma credo che non sia necessario. Il Partito Radicale rappresenta davvero una parte delle istanze positive del nostro Paese, e mi piacerebbe che molti di più ne fossero consapevoli”. Si sono iscritti Giorgio Albertazzi, Pino Caruso, Carlo Giuffré, Sandra Milo: “Mi iscrivo al Partito Radicale per riconoscenza. Come donna devo molto alle battaglie radicali e non voglio che questo partito muoia”; e ancora: Ilaria Occhini, Andrea Occhipinti, Elisabetta Pozzi, Mario Scaccia, Renato Scarpa, Isabella Biagini, Roberto Brivio, Carlo Croccolo, Fiorenzo Fiorentini, Gianni Garko, Mario Valdemarin, David Haughton, Lindsey Kemp: “Penso che sia nell’arte che nella politica occorra rompere le barriere e rimuovere gli ostacoli; il Partito Radicale è l’unico che lo fa ed è quindi un partito molto vicino al popolo, alla gente. Con il suo comportamento ha dimostrato di essere un partito universale, potrebbe essere la base per costruire un partito ‘mondiale’”. Sono stati iscritti Sergio Citti e Ugo Tognazzi; Enrico Maria Salerno così motivò la sua adesione: “In un panorama politico come il nostro, nel quale viene lottizzato tutto da parte della partitocrazia, i radicali e i loro esponenti sono i più onesti oltre che coloro che obbligano gli altri a verità che non direbbero mai e che i cittadini non potrebbero mai conoscere. Per queste semplicissime ragioni sono felicissimo della mia adesione, e spero che molti altri facciano come me”.



Tra i tanti – e chissà quanti andrebbero citati e non lo facciamo perché la memoria non aiuta – il regista Salvatore Samperi, che se n’è andato l’altro giorno, dopo averci lasciato film che hanno segnato il cinema italiano: da “Grazie zia” a “Malizia” a “Uccidete il vitello grasso”; e anche (perché no? i vituperati (e sgangherati) “Sturmtruppen” e “Sturmtruppen 2”, ricavati dalle strip di quel surreale genio del fumetto che era Bonvi.



C’era sempre Samperi: un contributo, una firma a un appello, il sostegno a un iniziativa… E’ curioso, tuttavia, che le sue dichiarazioni, negli archivi radicali, si contino sulla punta delle dita…Era lui discreto, e che per una sorta di pudore, pur essendoci sempre, lasciava ad altri la “prima fila”; oppure eravamo noi disattenti, come tante volte ci accade di essere? Forse entrambe le cose. Fatto è che Samperi era una di quelle presenze che si davano per scontate, sempre e comunque; e del resto, sempre e comunque lui c’era…

Così, alla fine una “motivazione” dell’esser radicale di Samperi, viene fuori: “Sono radicale da molto tempo. Il radicalismo è qualcosa che contiene in sé una spinta verso il futuro, non è un mito, è una bellissima utopia”.

Poche parole, ma c’è tutto l’essenziale, quello che conta. Grazie, Salvatore.

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good