ARTE E CREATIVITA'

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sabato, marzo 10, 2018

Mostra LIBER FARE a Palazzo Ziino - Palermo

 Libri d’artista della collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Il libro d’artista o libro oggetto o non libro s’afferma oggi sempre di più come strumento di ricerca e di sperimentazione nel campo artistico contemporaneo. Ne è una conferma questa interessante mostra “Liber Fare” a Palazzo Ziino, che espone per la prima volta la collezione completa dei Libri d’artista della Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

170 le opere in mostra, ma noi ne abbiamo scelto rigorosamente solo 15, quelle che più ci hanno suggestionato colpendo la nostra attenzione per la loro singolarità.
Prima di metterle in rassegna, da parte nostra solo una breve nota con la quale vogliamo mettere in rilievo l’importanza del libro d’artista, che nella sua realizzazione trasforma il libro in opera d’arte ossia in invenzione plastica e “poetica”.
Il libro d’artista, che non possiamo sfogliare, leggere è un oggetto d’arte che esteticamente fa ricorso a quelle forme d’arte avanguardistica ma anche post moderna dalle quali è stato più contagiato, così che per esempio il futurismo, il minimalismo, l’arte concettuale, l’anacronismo ne costituiscono la fonte d’ispirazione arricchita però sempre da soluzioni plastiche, “oggettive”.
Il libro è tale- afferma Maurice Blanchot- in assenza di lettura, diventa opera, ossia produzione incessante di senso quando esso viene arricchito dalla lettura, dall’ investigazione ed interpretazione del lettore.
Il libro d’artista diviene opera quando esso nella sua realizzazione plastica, al di là dell’ammirazione, sollecita lo spettatore, alla ricerca della sua idea formale sia fisica che metafisica.
Avendo precisato questo passiamo ora in rassegna le 15 opere da noi scelte tra le 170 in esposizione e per illustrare meglio il nostro pensiero riguardo il libro d’artista, incominciamo dal “Libro candela” di Giampaolo de Filippi.
Il libro- sembra suggerirci l’artista- è un’opera spenta, ma proviamo ad accenderla con la nostra lettura, fantasia ed immaginazione ed essa produrrà luce e fuoco.

Molto interessante dal punto sia plastico che semantico è “Semi” di Giuseppe Agnello, che dissemina per l’appunto semi sul campo bianco, neutro di un libro, che diventeranno frutti se si sapranno cogliere i significati” in fieri”

Molto bello, essenziale, pulito il libro monocromo realizzato in metallo (stagno, zinco alluminio o piombo?) di Giani Politi che simbolicamente potrebbe essere trasformato in una lettura alchemica in oro.


Interessante anche “Lettere di pietra” di Franco Spena. Disseminate confusamente all’interno di un libro, queste lettere alludono tutte alla pietra grezza che però alla nostra immaginazione suggeriscono la pietra filosofale, ossia il potere di trasmutazione semantica insito nel processo logico ed ordinativo della scrittura.


Un’ opera a parte è quella raffinatissima di Giuseppina RiggiCorpo eterogeneo” anche se sembra rifarsi all’arte tessile e ai libri sfilacciati di Maria Lai, da cui sembra differenziarsi per una certa composizione poetica e l’intreccio (groviglio) policromo dei fili di una matassa (il libro) tutta da sbrogliare.




Bellissimo” Invisibile” di Carmela Corsitto, che realizzato interamente in plexiglas, mette in mostra la sua luce fredda, la sua verginità ossia quell’invisibile, come lo chiama l’artista, che non c’è dato da vedere senza una sua pregnante compenetrazione.


Più misteriosa, esoterica “Vertex", l’opera di Daniela Balsamo che nel libro coglie, individua le linee del destino (dell’autore, del lettore?) impresse in entrami i palmi delle mani.

Apprezzabile anche il libro oggetto di Giusto Sucato, che con pochi chiodi ritorti a mo’ di titolo sulla copertina di un libro, crea un volume di una scrittura arcaica e sacra.


E poi in rassegna non possiamo trascurare l’interessante libro d’artista di Calogero Barba, che con essenzialità ed una giusta volumetria sembra mettere in evidenza il carattere “sacro” “religioso” del libro inteso come ispirazione dell’Altissimo e pertanto dono da offrire alla divinità.



Scompaginato” di Carlo Lauricella invece è un’opera essenzialmente scultorea che richiama la bidimensionalità di Consagra ma che nella presentazione delle pagine scompaginate di un volume viene forse ad indicare i diversi piani di lettura impliciti in ogni autentica opera.

Il libro oggetto “Senza testo” di Grazia D’Arpa è tutto giocato su soluzioni molto plastiche, che danno al libro d’artista in questione forme sinuose sotto le quali è avvolto il contenuto informe ossia privo di scrittura.

Molto pregnante “Eva” di Gina Nicolosi, che vuole dare al libro l’impronta della femminilità, di quella primordiale matrice da cui scaturiscono tutte le idee messe per iscritto e rivestite d’oro per la ricchezza inesauribile da esse prodotte

 

 
Infine eccoci ai libri di Nicolò D’Alessandro ed Enzo Patti. Il primo con molta perizia calligrafica costruisce pagine post moderne di un sapere antico e ormai dimenticato, il secondo con altrettanta perizia allude forse con la sua opera “ Come parlare col muro” alle difficoltà di comprensione di un sapere di certo ermetico.

Piero Montana

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