dovere
assoluto di una donna è di essere bella, si leggeva in un Bréviaire de
la Beauté pubblicato all’inizio del secolo a Parigi. Ma che cos’era la
bellezza per lo sconosciuto autore di quel vademecum? E’ nella grazia
del volto che risiede la vera bellezza. La grazia dei tratti è
necessaria alla bellezza quanto il profumo ai fiori e se le Parigine,
senza essere le più belle, hanno un’incontestabile superiorità sulle
donne delle altre nazioni è perchè sono vive, gioiose, piene di grazia e
di seduzione.
Tutto
vero, ma alla donna parigina non basta, desidera di più. Essere bella
vuol dire essere anche elegante, più di tutte al mondo. Nel suo cabinet
de toilette, santuario misterioso e piacevole, può dare sfogo alla
felicità rendendo ancora più perfetta la sua bellezza con abluzioni,
bagni, lozioni, profumi e coiffures. Poi gli abiti e tutti gli
accessori, numerosissimi.
Ma
non basta ancora. Ci vogliono i luoghi giusti e la mondanità comme il
faut: il salotto di corte, dapprima, poi quello borghese, il teatro, le
corse, il caffè... Ma la parisienne ancora non è paga. Ci vuole uno
stuolo di ammiratori o di ammiratrici, secondo i gusti. L’arte di
piacere è davvero difficile se mancano gli ingredienti principali.
Eppure
la parigina riesce a fare miracoli. Il suo charme è potente ed ella
arriva ad attingerlo persino dalla propria fragilità e da quel bisogno
di protezione al quale l’uomo per naturale propensione offre immediata
risposta. Che cos’è allora il fascino? E’ l’inafferrabile, è la corrente
che passa e si sprigiona senza un motivo apparente; si possiede fascino
senza volerlo; come la simpatia o l’antipatia, lo charme è un
conduttore che attira o respinge. E, finalmente, che cos’è la donna, per
il Bréviaire de la Femme, un’altra pubblicazione all’alba del
Novecento?
E’
la visione graziosa che ossessiona la mente dell’uomo. E’ per lei che
egli vive, che compie le sue grandi e piccole imprese, le buone e le
cattive azioni, soggiogato dal suo fascino. La donna lo sa bene e riesce
a tessere le sue trame così perfette che l’uomo cade nella rete senza
rendersene conto. L’arte del vestirsi, secondo l’estetica, la
carnagione, le circostanze e le situazioni è un irrinunciabile sostegno
al proprio fascino, alla bellezza, al comportamento. Gesti, sguardi,
andature, movimenti, con un bell’abito conferiscono alla persona una
leggiadria ed un tono che fanno elevare le quotazioni della donna
parigina. Ma com’è, dunque, la donna parigina?
La
Femme en majuscule, donna in lettere maiuscole, che incarna la moda e
conferisce tono agli abiti che indossa, quando li indossa. E’ un modo di
essere, un fiore velenoso dal quale non ci si vuole salvare, una
creatura alla Felicien Rops o alla Baudelaire, alla Mucha o alla Marcel
Proust. Stretta nel suo busto, sotto l’ombra di un cappello opulento di
messi e uccelli, al riparo di un glicine o di un ombrellino, nei salotti
del gratin più esclusivo, la femme à la page dovrà piacere e
condizionare il gusto.
Ecco
quindi la necessità di affacciarsi alla ribalta sempre in voga, che ci
si chiami Liane de Pougy, ovvero lo chic parigino, o che si sia la
personificazione di un mito come Sarah Bernhardt, o che si sprigionino
le forze della propria natura come la Belle Otero e soprattutto si sia
uniche e irripetibili come la comtesse de Greffulhe che non a caso
ispirò Marcel Proust nel creare la duchessa di Guermantes. Ma Parigi
brilla per le sue grandi dame come per le piccole. Capitale del piacere,
città dell’amore ha portato al mondo intero la sua immagine di città
libertina e peccaminosa.
Ed
ecco allora l’irriverente Goulue, l’esangue Avril o la Guilbert dai
lunghi guanti neri, ecco le pierreuses e le gommeuses alla
Toulouse-Lautrec, ecco gli assommoirs alla Zola, amori saffici,
assenzio, haschich e syphilis alla Guy de Maupassant. T
utte,
come le grandi dame, anch’esse passeranno alla storia per il proprio
fascino e il piglio di artiste. Così si presentano tutte insieme alle
soglie del 1900, l’anno dell’Esposizione Universale, appuntamento che
segnerà il passaggio di un’epoca con l’arrivo delle nuove invenzioni e
dell’emancipazione femminile.
La
donna in bicicletta, al golf o al tennis si presenterà con l’abito
giusto. Il tailleur arriverà grazie alla principessa Alessandra del
Galles. Levrieri e champagne, corbeilles di fiori costosi, stoffe di
Fortuny; a Auteuil o a Longchamp, in carrozza o sulle prime auto, la
donna seguirà rigorosamente il mutamento dei tempi. Un fidanzamento, un
ballo, un matrimonio, un battesimo, una visita o un rito fosse anche il
più mesto, ogni scusa è buona per farsi più bella, per sedurre,
incoraggiata da una mise al cui potere non dovrà sfuggire nessuno,
soprattutto l’uomo del cuore.
La
donna francese, dalle grandi dame della nobiltà alle femmes
bourgeoises, alle cocottes, alle popolane, fra occasioni mondane e
serie, all’Opéra o al galoppatoio, al ristorante, nei locali chic e alla
moda, fra le pareti domestiche, non perderà mai di vista la legge della
seduzione con la scelta giusta dell’abito. Stoffe da capogiro, abiti
rigonfi di desideri, manicotti che celano messaggi segreti, cappelli
inenarrabili nei vortici di piume svettanti, ombrellini da sole, da
pioggia e da vezzo: la fantasia più sbrigliata ha di che nutrirsi
nell’Ottocento parigino.
Pensando
alle armature che le parigine indossavano, Jean Cocteau sorrideva
affermando: spogliare una di quelle signore era un’impresa costosa che
conveniva preventivare in anticipo com un trasloco. Il guardaroba si fa
più sobrio nel nuovo secolo, dopo le avanguardie culturali, con l’arrivo
della mitica Coco Chanel. E’ il regno incantato in cui dominano Paquin,
Lanvin, Poiret... ma anche Barbier, Lepape... L’eleganza è uno
spettacolo. Il corpo si mette più in vista, accentua le proprie capacità
di irretire, soggiogare l’avversario, far illividire l’antagonista con
poche cose, ma... La donna? Riesce a profumare persino il profumo, si
amava dire negli anni ‘30, quando una bella signora lasciava alle sue
spalle più che una scia di Guerlain una zaffata di fascino sensuale che
non sfuggiva certo a chi la seguiva con sguardo compiaciuto. Con la
gonna corta, arrivano le riviste di moda in cui l’audacia sfiora le
carni, sfida la voluttà e la donna appare in costume da bagno sotto un
ombrellone da spiaggia.
Ma
purtroppo arrivano anche le guerre, che segneranno il mutamento del
costume, del gusto e della moda. La haute couture sembra però non
volersene accorgere, l’eleganza non è sfiorata dalle armi se non quelle
della seduzione. E si giunge così alle soglie degli anni Cinquanta. I
nomi in voga saranno gli stessi di oggi: Dior, Lancôme, Balmain, Rochas,
Givenchy, maghi dell’eleganza che facevano risorgere intatto dalle
ceneri della guerra il mito del lusso. Fiat luxe! sembrava essere il
motto imperante.
Le
mannequins, avvolte in abiti affusolati o in mantelle da capogiro,
sfilavano fra le pagine di Elle, Marie Claire, Vogue, proprio come oggi,
ma ora si chiamano top model, un nome da brivido. La mostra intende
ripercorrere alcune tappe di questa evoluzione del costume attraverso
pochoirs, figurini di moda, album da sartoria, modelli, riviste,
pubblicità, boa di struzzo, cappellini, abiti e quant’altro riesca ad
evocare un mondo che fu capace di far perdere la testa all’uomo di ieri.
Mode pratique, Le Magasin des demoiselles, Femina , Les Modes, Vogue,
La femme chic, questi alcuni titoli delle riviste di moda dell’epoca
alle quali si affiancano quelle di costume come La Vie Parisienne,
Plaisir de France, Elle, Marie Claire, o satirici come Le Sourire,
l’Assiette au Beurre, Pages folles, Le Rire, Frou- Frou...
La
mostra accoglie nelle proprie teche anche una serie di libri come
L’Almanach des Parisiennes, Les heures de la femme, l’Image de la femme,
La Parisienne, Les Femmes de Bac, il Bréviaire de la Beauté e il
Bréviaire de la Femme, in oltre, i volumi dedicati alla donna da Paul
Iribe, Barbier, Poiret, Chanel, Dior, Guerlain, Lancôme...E poi i
ritratti d’epoca della Belle Otero, di Lina Cavalieri, di Liane de
Pougy, della divina Sarah Bernhardt... e di tante altre celebri
“sciantose” che hanno rappresentato un aspetto importante della moda del
tempo, insomma, una carrellata di immagini, una più colorata, più
accattivante dell’altra per dire che in fatto di seduzione la donna ne
sa una più del diavolo, e lui già ne sa tante!
Cesare Nissirio
MUSEO PARIGINO A ROMA ATHENA PARTHENOS
con la partecipazione di
ACCADEMIA NAZIONALE DI DANZA
CONSERVATORIO DI MUSICA SANTA CECILIA
ASSOCIAZIONE OPERA DEL MONACO
VIVA MUSICA
con il Patrocinio
ROMA CAPITALE
Assessorato alle Politiche Culturali
AMBASCIATA DI FRANCIA
AMBASCIATA DI GRECIA IN ITALIA
9 – 17 marzo 2013
EUROMA2
Roma/Eur, Via Cristoforo Colombo, angolo Viale dell’Oceano Pacifico
Arte,
musica, moda, danza e letteratura… Il mese di marzo a Euroma2, il
Centro Commerciale più glamour della Capitale, si apre nel segno della
cultura, con un calendario fitto di eventi e spettacoli straordinari.
Dopo
il successo della manifestazione che ha visto protagonista l’Esercito
Italiano con una grande esposizione e tante attività interattive per il
pubblico, le porte di Euroma2 si aprono ad alcune delle maggiori
istituzioni artistiche di Roma, in un programma affascinante che ha come
filo conduttore la storia di tre paesi ricchi di cultura e tradizioni:
la Francia, la Grecia e ovviamente l’Italia.
Si
inizia sabato 9 marzo con una giornata ricca di appuntamenti: saranno
inaugurate, infatti, ben due mostre. La prima, dal titolo “La femme à la
page”, è dedicata alla moda e allo charme a Parigi a cavallo tra il
1800 e il 1900, quando la capitale francese dettava legge al resto del
mondo in quanto a stile. La seconda è invece un sofisticato omaggio a
un’icona greca, la divina Maria Callas, che sarà ricordata e celebrata
attraverso i dipinti di Giovanni Truncellito riuniti nell’esposizione
“Casta Diva”.
Alle
18 è poi previsto un appuntamento da non perdere, ovvero l’incontro con
il celebre attore francese Philippe Leroy, che sarà a Euroma2 per
presentare il libro autobiografico “Profumi” nel quale racconta, anche
attraverso poesie e fotografie, la sua vita straordinaria e avventurosa.
La
degna conclusione di questa giornata densa di appuntamenti sarà in
musica. Alle 19, infatti, sarà possibile assistere al concerto di musica
francese con l’Ensemble “Paris qui chante” e lo chansonnier Cesare
Nissirio e allo spettacolo “Magie della danza”, con coreografie di
Brunella Vidau (entrambi gli appuntamenti si replicheranno venerdì 15
marzo).
Domenica
10 marzo alle 19 i riflettori saranno puntati sulla nostra tradizione
musicale, con il concerto piano e voce “Giardini di marzo”, che propone
una fantasia di celebri canzoni italiane e che si ripeterà, sempre alle
19, anche nei pomeriggi di martedì 12 e giovedì 14.
Una
delle eccellenze musicali del nostro paese, il Conservatorio di Musica
Santa Cecilia, sarà poi protagonista con ben due concerti intitolati
“Echi musicali”, in calendario per lunedì 11 marzo e mercoledì 13.
Un’occasione unica per entrare in contatto con la musica di qualità e
gli allievi più meritevoli di una delle istituzioni che più ci invidiano
all’estero.
Sabato
16 sarà dedicato alla Grecia, attraverso la musica coinvolgente
dell’Ensemble “Evi Evàn”, con il suo repertorio di musica rebetika, un
caposaldo della tradizione popolare greca. Il concerto, che include una
parte dedicata alla danza, è previsto per le 19 e sarà anticipato da una
conversazione con Patrizio Nissirio, autore del libro “Ouzo amaro”.
La
manifestazione si concluderà domenica 17 marzo sulle note dello
strepitoso concerto lirico dell’Opera Del Monaco; una grande festa per
chiudere in bellezza questa settimana che ha visto Euroma2 farsi ponte
ideale tra diverse culture e alla quale tutti sono invitati!
info
Ufficio Stampa
StudioBegnini
rif. Flaminia Persichetti
tel. +39 3495512059 info@studiobegnini.it
www.studiobegnini.it
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