ARTE E CREATIVITA'

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mercoledì, dicembre 02, 2009

Giù le mani da Battiato!

È da poco in vendita l’ultimo album di Franco Battiato, “Inneres Auge”, espressione tedesca che indica il terzo occhio, l’occhio interiore che ciascuno di noi ha dentro di sé e che, con il tempo e la pazienza che gli esercizi di meditazione richiedono, può riuscire a visualizzare.

Già prima di uscire, l’album ha suscitato parecchie polemiche, per il suo evidente riferimento all’attualità politica. Il cantautore catanese, infatti, recita nei primi versi della canzone:
« Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando / o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti / precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina. / Uno dice: “Che male c’è a organizzare feste private / con delle belle ragazze per allietare primari / e servitori dello Stato?” / Non ci siamo capiti e perché mai dovremmo pagare / anche gli extra a dei rincoglioniti?/».

Nonostante Franco Battiato sia sempre stato un autore che ha fatto della libertà di espressione la sua stella polare, una parte della cultura di sinistra (da “Repubblica” a Grillo) ha ritenuto di appropriarsi indebitamente delle sue parole, irrigimentandolo nelle file degli antiberlusconiani duri e puri. In realtà, il discorso dell’autore è più complesso, e rimanda a temi molto più profondi, come la crisi della Democrazia nell’epoca attuale, ovvero la mancanza di senso civico e dello Stato nel nostro Paese.

Già nel 1991, con “Povera Patria”, l’autore aveva sollevato tematiche simili, venendo tirato per la giacchetta a destra, come a sinistra.
Di recente, nel 2004, in una canzone contenuta nell’album “Dieci Stratagemmi”, aveva avuto modo di chiarire la sua posizione: «[…] Non sono né musulmano, né indù, né cristiano, né buddista, non sono né per il martello né per la falce, né tanto meno per la fiamma tricolore, perché sono un musicista (N.d.A.: testo tradotto dall’inglese)», rivendicando in tal modo la totale ed assoluta libertà dell’arte dagli schemi (religiosi, politici, etc.) in cui la si vorrebbe ingabbiare.

Ora, nella parte “politica” di “Inneres Auge”, Battiato ci avvisa che il declino morale e culturale – che diventa declino sociale, politico ed economico – della nostra epoca, ha raggiunto picchi insopportabili, di cui la nota faccenda delle escort è solo un epifenomeno, una delle tante spie di allarme da tener presente.

Oltre a questo, l’autore punta il dito – per evidenziarcelo, non per banale moralismo – sul declino della Democrazia, fagocitata dall’Economia (canta, infatti:«[…] Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro? […]»). Se, infatti, il dominio della Legge è sostituito dal dominio del Denaro, si introduce un cambiamento epocale nei nostri costumi, direi quasi antropologico, che scardina il senso profondo dello Stato di Diritto, così come esso si è venuto delineando dalla fine del ‘700.

Tali riflessioni prescindono, con ogni evidenza, da un elemento contingente e temporaneo quale è il Governo Berlusconi, e richiederebbero approfondimenti di cui tutti potremmo giovarci (a cominciare dalla stessa cultura di Sinistra, a parole sempre Democratica). Tuttavia, nel Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, in cui l’informazione è di Regime in quanto sempre necessariamente schierata da una parte o dall’altra, è molto più semplice buttarla in rissa, mettendo il cappello anche su Battiato.

Vorrei sommessamente sottolineare, invece, due fatti, di cui l’informazione di Regime non ha tenuto conto, e che solo pochi privilegiati potranno sapere: nello stesso album di “Inneres Auge”, c’è una bellissima canzone che s’intitola “Tibet”, il cui breve testo riporto tradotto dall’inglese: «Non possiamo scusarti / per il tuo comportamento / la Grande Cina / il divino Impero / è sprofondato nel disonore / politici ammazzano i monaci / rifiutandosi di ascoltare e di ragionare / mettete giù le mani dal Tibet ora».
Su questa splendida canzone, nemmeno un rigo è stato speso dalla stampa “impegnata”, probabilmente perché la causa tibetana non è già più di moda, passata l’euforia delle Olimpiadi, almeno non quanto lo è l’antiberlusconismo di maniera.

In secondo luogo, vorrei ricordare che l’unico partito per cui Battiato ha ripetutamente espresso la propria intenzione di voto è quello radicale, nelle sue varie sigle, da ultimo dichiarando di votare “Rosa nel Pugno” e, alle ultime Europee, “Lista Bonino – Pannella”. Probabilmente perché è l’unico partito veramente libero di questo Paese, che non avverte il bisogno d’impadronirsi dell’altrui riflessione, di farsene scudo o di brandirlo come clava contro l’avversario. Semplicemente lo usa come contributo per la propria elaborazione ed evoluzione culturale e politica.

Matteo Ariano
da Notizie Radicali mercoledì 02 dicembre 2009

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