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lunedì, dicembre 03, 2007

Al Mancinelli “Vita di Galileo”, unica data in Umbria

La programmazione della Stagione Teatrale del Teatro Mancinelli di Orvieto prosegue con uno spettacolo che è stato ospitato, a partire dallo scorso anno, nei più grandi teatri d’Italia.

Per la prima volta in Umbria, Vita di Galileo di Bertolt Brecht, coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e dal Teatro de Gli Incamminati, andrà in scena al Mancinelli giovedì 6 dicembre alle ore 21.
L’uomo e il senso di responsabilità, la ricerca e l’etica, lo scienziato e il potere: si sviluppa fra questi cardini – di assoluta attualità – una delle opere più importanti di Bertolt Brecht, ma anche una fra le più ambigue e avvincenti.

Composto fra il 1938 e il 1943, il dramma fu rielaborato in almeno tre distinte riprese e costituì sempre un culmine nella produzione brechtiana: una sorta di “testamento spirituale”. Un capolavoro nei cui inquietanti chiaroscuri si possono intuire le vie per comprendere il XX secolo e i suoi conflitti, come già sottolineò nel 1963 Giorgio Strehler nel suo allestimento.

La storia percorre la parabola del grande scienziato pisano dal tempo dell’insegnamento a Padova agli ultimi anni vissuti forzatamente in “ritiro” a Firenze, sotto la sorveglianza della Santa Inquisizione: un’esistenza densa di entusiasmi, affermazioni, sconfitte, intuizioni.
La rivelazione più clamorosa riguarda il Modello Copernicano: non è Galileo ad intuirlo per primo, ma per primo riesce a dimostrarlo scientificamente, grazie proprio all’uso di quel telescopio di cui si era impropriamente attribuito l’invenzione.
Le conseguenze di tale dimostrazione sono dirompenti: la Chiesa non è disposta ad abbandonare la teoria tolemaica del geocentrismo, l’Inquisizione processa Galileo e gli pone una scelta lacerante: restare fedele a sé stesso, agli allievi, accondiscendere fino in fondo al demone della scienza e ad essa sacrificare la vita, oppure salvarsi, abiurando le teorie rivoluzionarie.
Lo scienziato decide per la salvezza.
E se, nella prima edizione del dramma, Brecht sembra scorgere in ciò il tentativo di continuare segretamente a servire la scienza e la ricerca, nelle rielaborazioni successive appare invece sempre più determinato a condannare la codardia con cui il protagonista sottomette la scienza alla politica.

Nell’allestimento dell’opera, affidato alla regia di Antonio Calenda e – per il ruolo del titolo – ad uno dei maggiori protagonisti della scena nazionale, Franco Branciaroli, la scelta è quella di rendere visibile l’azione brechtiana e insieme gli esiti della scienza galileiana, creando una scena-cosmo-mente in cui risalta la piccolezza dell’uomo proporzionata all’immensità dell’universo.

Accanto al protagonista un cast numeroso: Lello Abate, Alessandro Albertin, Giulia Beraldo, Tommaso Cardarelli, Giancarlo Cortesi, Emanuele Fortunati, Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Lucia Ragni, Jacopo Venturiero, Nicole Vignola.


Per informazioni su spettacoli ed abbonamenti si può contattare il botteghino del teatro al n. 0763/340493 (aperto il martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 10 -13 e 16 - 18 e due ore prima degli spettacoli) oppure visitare il sito www.teatromancinelli.it

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