ARTE E CREATIVITA'

il gioco della mente e del corpo con la materia
per costruire
forme sempre nuove
e messaggi sempre diversi
per imparare
l'arte di vivere

giovedì, dicembre 24, 2009

LE NOIR VERNISSAGE a Orvieto


Vernissage del 29 Dicembre ad Orvieto, durante il quale Claudia Cherubini ed il suo amico fumettista Alessandro Marini offriranno un aperitivo per mostrarci in anticipo la mostra Noir che si terrà durante l'Umbria Jazz , dal 30 dicembre al 3 gennaio.
L'evento Noir and Day si svolgerà al mattino presso l' Hotel Virgilio in piazza del Duomo e la sera dopocena nell'ex Galleria 03(la stessa del vernissage) con degustazione di cioccolato e rum e musica Jazz dal vivo.

domenica, dicembre 20, 2009

Il canto delle spose

Il canto delle spose è un film di Karin Albou del 2008, con Lizzie Brocheré, Olympe Borval, Najib Oudghiri, Simon Abkarian, Karin Albou. Prodotto in Francia.

Per riflettere sulla forza delle amicizie d'infanzia, legate alle prime identificazioni e ai primi sogni d'amore. Per esplorare una realtà storica ambigua come quella della seconda guerra mondiale con cui uomini e donne si confrontano in modi diversi affrontando le loro difficili zone d'ombra e di silenzio.

L'amica ritrovata recensione di Stefano Coccia

Il delicato ma a tratti pungente affresco di una difficile amicizia nella Tunisi del 1942, sconvolta dai bombardamenti e dalla temporanea occupazione nazista.

vedi il TRAILER

sabato, dicembre 19, 2009

AGORÀ, film invisibile







La storia, si sa, spesso è scritta dai vincitori. A maggior ragione per conservare un potere nato nel sangue. La Chiesa Cattolica non viene meno a questa banale considerazione e così per secoli, marciando sul fatto di essere stati perseguitati, hanno mistificato, distrutto, nascosto la verità di molti fatti. La più lampante di tutte è il modo in cui, da religione minoritaria, il cristianesimo, grazie all'intuizione dell'imperatore Costantino, è diventata uno strumento di controllo delle masse.

LEGGI TUTTO

Oggi il film su quelle vicende è apprezzato e visto in tutta Europa ma non in Italia.

Perchè?

Perchè nel nostro paese quella pellicola non trova dei distributori?

Vedi il trailer di Agora

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Petizione on line per l'uscita di Agora in Italia

venerdì, dicembre 18, 2009

i RiciclAlba POP BIJOUX. a scArtAttak

La trasferta di RiciclAlba alla mostra-mercato di Artù a via Libetta organizzata da scArtAttak è stata un'esperienza interessante e stimolante, anche se un po' faticosa, con un braccio ingessato!
Anzi un ringraziamento speciale al mio compagno di vita, che si è sobbarcato la gran parte del lavoro di facchinaggio e allestimento!

La stragrande maggioranza degli espositori era di età non superiore ai 30/35 anni, il che mi ha rallegrato moltissino, data la fantasia di cui han dato prova nel proporre oggetti realizzati con i materiali più diversi e il livello di abilità ottenuto, specie da alcuni. e la simpatia, la gentilezza e la semplicità con cui ci siamo ritrovati in una specie di salotto-mercatino dall'atmosfera tra il casareccio e il funk.

Affascinati apprezzamenti per i due grandi bozzetti recycling (ScatolaNera 1 e Metropolis) che ho presentato; divertito stupore per le piccole realizzazioni da portare a spasso appese al collo, i RiciclAlba POP BIJOUX.

Insomma una serata piacevole, divertente e soprattutto istruttiva per i tanti visitatori che si sono avventurati nel traffico caotico per godersela assieme a noi.

mercoledì, dicembre 16, 2009

i marmi colorati di Ascoli Satriano in mostra a Roma

15 dicembre, ore 15:49
Roma - (Adnkronos) - Fino al 18 aprile esposti 11 oggetti unici, di marmo cristallino e trasparente. Pezzi unici e di rara bellezza che erano stati depositati nella tomba di un personaggio di alto rango ed emigrato illegalmente dall’Italia verso Los Angeles per tornare nel nostro Paese solo nel 2007

- Per la prima volta riuniti in una unica mostra i marmi colorati di Ascoli Satriano, vicino Foggia, realizzati con marmo cristallino e trasparente. Undici marmi dipinti, decorati con una variegata gamma di colori, dal rosso al violaceo, azzurro, rosa, bianco beige, giallo verde e marrone. Pezzi unici e di rara bellezza che erano stati depositati nella tomba di un personaggio di alto rango. Parte dei marmi, del valore di circa dieci milioni di dollari, era emigrato illegalmente dall’Italia verso il J.Paul Getty Museum per tornare nel nostro Paese solo nel 2007.

Un’altra parte, invece, è stata rintracciata nel 2006 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nei locali del Museo Civico di Foggia. Proprio grazie a queste indagini fu possibile ricollegare questi ritrovamenti al Sostegno di mensa configurato con due grifi che azzannano un cerbiatto e al bacino podanipter dipinto, conservati al Getty Museum di Los Angeles. L’intero ritrovamento era stato riportato alla luce da scavatori clandestini dal sito archeologico di Ascoli Satriano, noto per la battaglia tra Pirro e i Romani nel 279 a. C.

Oggi, per la prima volta, è possibile vederli ed ammirarli ricomposti, in una unica mostra allestita al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo fino al 18 aprile. A conclusione dell’esposizione torneranno ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia dove, secondo il sovrintendente dell’area archeologica centrale di Roma, “dobbiamo riprendere l’esplorazione del sito da cui provengono questi oggetti, perché – spiega – non esclude che vicino a questa tomba ce ne siano altre”. I marmi di Ausculum rappresentano nel loro insieme, un esempio unico di oggetti da mensa i cui significati sono ancora incerti. Alla loro originalità non solo relativa al marmo, cristallino da sembrare onice o madreperla, che crea una suggestione rara, si aggiunge il valore della decorazione dipinta ancora ben conservata.

Tra i numerosi corredi funebri con servizi da banchetto questo si distingue per l’aspetto monumentale delle forme dei vasi che non presentano nessuna cavità interna, tranne il cratere, e imitano recipienti da mensa utilizzati per versare liquidi, corrispondenti a esemplari di ceramica diffusi nella produzione ellenistica dell’Italia Meridionale. L’ipotesi è che si tratti del corredo di una tomba a camera databile nella seconda metà del IV secolo a.C.

mercoledì, dicembre 09, 2009

17 dicembre prox nuova trasferta di RiciclAlba!

POP BIJOUX RiciclAlba !
Un 8 dicembre veramente particolare!
Ieri dalle ore 17.00 tè e pasticcini e la creatività di Alba Montori a Roma, nella sede ufficiale dell'Associazione "Fondazione Luciano Massimo Consoli"


RiciclAlba ha messo a disposizione degli amici ed estimatori una serie di collane "senza sesso, con sesso evidente" per giocare gaiamente ed adornarsene inconvenzionalmente, con sculture di peni minimi da appendere al collo, tutto rigorosamente da riciclo.

Battezzate dal critico d'arte Riccardo Peloso con l'appellativo di "Recycling
POP bijoux, hanno divertito e stupito gli intervenuti, da cui sono state molto apprezzate.

Un modo laico e un po' ironico per festeggiare l'immacolata e un'idea unica per sconvolgere la mamma a natale !

SARÀ POSSIBILE AGGIUDICARSI LE RIMANENTI
IL 17 prossimo venturo
IN OCCASIONE di scArtAttak a Roma, mostra mercato, che si svolgerà presso lo spazio laboratorio Antù,
in via Libetta 15/C, Roma.
La data da segnare in agenda è il 17 dicembre, dalle 18:00 in poi.

domenica, dicembre 06, 2009

conferenza Teatro Brasiliano e Teatro dell’Oppresso



mercoledì 16 dicembre alle ore 21,00
presso la Libreria Gabi di Roma
(San Giovanni - metro A)
si terrà la conferenza
Teatro Brasiliano e Teatro dell’Oppresso
Il ruolo del teatro brasiliano nel progetto di integrazione sociale
Intervengono alla presentazione:
Leila Daianis, Presidente ass. Libellula:
Francesca Elvira Rufino, vice Pres. ass. Libellula, e Marcia Lete, segretaria dell’ass. Libellula:
Sarah Bakacs, responsabile del servizio Psicologico ass. Libellula:
Francesca Naldoni, responsabile della comunicazione ass.Libellula:
Tito Flagella, responsabile del servizio legale ass. Libellula:

mercoledì, dicembre 02, 2009

Giù le mani da Battiato!

È da poco in vendita l’ultimo album di Franco Battiato, “Inneres Auge”, espressione tedesca che indica il terzo occhio, l’occhio interiore che ciascuno di noi ha dentro di sé e che, con il tempo e la pazienza che gli esercizi di meditazione richiedono, può riuscire a visualizzare.

Già prima di uscire, l’album ha suscitato parecchie polemiche, per il suo evidente riferimento all’attualità politica. Il cantautore catanese, infatti, recita nei primi versi della canzone:
« Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando / o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti / precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina. / Uno dice: “Che male c’è a organizzare feste private / con delle belle ragazze per allietare primari / e servitori dello Stato?” / Non ci siamo capiti e perché mai dovremmo pagare / anche gli extra a dei rincoglioniti?/».

Nonostante Franco Battiato sia sempre stato un autore che ha fatto della libertà di espressione la sua stella polare, una parte della cultura di sinistra (da “Repubblica” a Grillo) ha ritenuto di appropriarsi indebitamente delle sue parole, irrigimentandolo nelle file degli antiberlusconiani duri e puri. In realtà, il discorso dell’autore è più complesso, e rimanda a temi molto più profondi, come la crisi della Democrazia nell’epoca attuale, ovvero la mancanza di senso civico e dello Stato nel nostro Paese.

Già nel 1991, con “Povera Patria”, l’autore aveva sollevato tematiche simili, venendo tirato per la giacchetta a destra, come a sinistra.
Di recente, nel 2004, in una canzone contenuta nell’album “Dieci Stratagemmi”, aveva avuto modo di chiarire la sua posizione: «[…] Non sono né musulmano, né indù, né cristiano, né buddista, non sono né per il martello né per la falce, né tanto meno per la fiamma tricolore, perché sono un musicista (N.d.A.: testo tradotto dall’inglese)», rivendicando in tal modo la totale ed assoluta libertà dell’arte dagli schemi (religiosi, politici, etc.) in cui la si vorrebbe ingabbiare.

Ora, nella parte “politica” di “Inneres Auge”, Battiato ci avvisa che il declino morale e culturale – che diventa declino sociale, politico ed economico – della nostra epoca, ha raggiunto picchi insopportabili, di cui la nota faccenda delle escort è solo un epifenomeno, una delle tante spie di allarme da tener presente.

Oltre a questo, l’autore punta il dito – per evidenziarcelo, non per banale moralismo – sul declino della Democrazia, fagocitata dall’Economia (canta, infatti:«[…] Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro? […]»). Se, infatti, il dominio della Legge è sostituito dal dominio del Denaro, si introduce un cambiamento epocale nei nostri costumi, direi quasi antropologico, che scardina il senso profondo dello Stato di Diritto, così come esso si è venuto delineando dalla fine del ‘700.

Tali riflessioni prescindono, con ogni evidenza, da un elemento contingente e temporaneo quale è il Governo Berlusconi, e richiederebbero approfondimenti di cui tutti potremmo giovarci (a cominciare dalla stessa cultura di Sinistra, a parole sempre Democratica). Tuttavia, nel Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, in cui l’informazione è di Regime in quanto sempre necessariamente schierata da una parte o dall’altra, è molto più semplice buttarla in rissa, mettendo il cappello anche su Battiato.

Vorrei sommessamente sottolineare, invece, due fatti, di cui l’informazione di Regime non ha tenuto conto, e che solo pochi privilegiati potranno sapere: nello stesso album di “Inneres Auge”, c’è una bellissima canzone che s’intitola “Tibet”, il cui breve testo riporto tradotto dall’inglese: «Non possiamo scusarti / per il tuo comportamento / la Grande Cina / il divino Impero / è sprofondato nel disonore / politici ammazzano i monaci / rifiutandosi di ascoltare e di ragionare / mettete giù le mani dal Tibet ora».
Su questa splendida canzone, nemmeno un rigo è stato speso dalla stampa “impegnata”, probabilmente perché la causa tibetana non è già più di moda, passata l’euforia delle Olimpiadi, almeno non quanto lo è l’antiberlusconismo di maniera.

In secondo luogo, vorrei ricordare che l’unico partito per cui Battiato ha ripetutamente espresso la propria intenzione di voto è quello radicale, nelle sue varie sigle, da ultimo dichiarando di votare “Rosa nel Pugno” e, alle ultime Europee, “Lista Bonino – Pannella”. Probabilmente perché è l’unico partito veramente libero di questo Paese, che non avverte il bisogno d’impadronirsi dell’altrui riflessione, di farsene scudo o di brandirlo come clava contro l’avversario. Semplicemente lo usa come contributo per la propria elaborazione ed evoluzione culturale e politica.

Matteo Ariano
da Notizie Radicali mercoledì 02 dicembre 2009

“GENIO FUTURISTA” di Giacomo Balla a Roma, Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta

4 dicembre 2009 – 31 gennaio 2010

Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ed il Presidente di Biagiotti Group Laura Biagiotti offrono al grande pubblico la visione dell’opera di Giacomo Balla “Genio Futurista”, fondamentale opera dell’artista non esposta da più di trent’anni.

La monumentale opera (olio su tela d’arazzo, cm. 279x381, la più grande mai realizzata da Balla) è entrata recentemente a far parte della ricca collezione di opere di Giacomo Balla raccolte dalla stilista Laura Biagiotti, che nel 1996 ha dato vita insieme alle figlie di Gianni Cigna, alla Fondazione Biagiotti Cigna, in memoria del marito prematuramente scomparso, con la direzione scientifica di Fabio Benzi. La Collezione è nata da una grande passione per l’arte e riunisce oltre duecento lavori dell’artista, di cui uno dei nuclei principali è costituito dagli studi realizzati da Balla per la moda e rappresenta il maggiore e più importante insieme sulle arti applicate futuriste che esista; l’intera collezione è stata presentata nel 1996 a Mosca nel Museo Puskin e nel 1998 a Roma presso il Chiostro del Bramante.
E’ certamente un’occasione importante, non soltanto perché il grande arazzo è sempre stato ritenuto unanimemente e in primo luogo dallo stesso Balla, l’opera cardine della sua presenza all’Esposizione di Parigi del 1925, presenza altamente simbolica per l’origine e gli sviluppi dell’art déco, ma anche perché consente al pubblico di avvicinarsi e riscoprire il fascino di una collezione emozionante e prestigiosa, costruita con pazienza e passione dalla famiglia Biagiotti Cigna.

L’opera dipinta ad olio viene realizzata da Balla per l’Exposition des Arts décoratifs modernes tenutasi a Parigi nel 1925, dove è esposta per la prima volta proprio nel padiglione delle arti decorative insieme ad altre sue realizzazioni: Mare vele vento, Farfalle in movimento e Fiori futuristi.
La mostra parigina sancisce la larghissima e ormai capillare diffusione internazionale delle idee dei Futuristi che, interpretando le teorie di Filippo Tommaso Marinetti, avevano già nel decennio precedente operato una vera e propria rivoluzione in campo ideologico e artistico e dato voce allo slancio che aprirà la strada alle avanguardie internazionali. Il mito della velocità, del dinamismo, si lega ad un nuovo concetto di arte, che i Futuristi intendono non più come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo, che nei temi affrontati si traduce in un inno alla modernità, al progresso ed incarna la visione ottimista e progressista di inizio secolo. L’arazzo è poi nuovamente esposto alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma nel 1928, in posizione dominante al centro di una grande parete nella grande sala antologica dedicata al lavoro di Giacomo Balla in cui l’artista presenta una selezione delle opere più importanti della sua carriera, a partire dal divisionismo di inizio secolo.
Impostato sui colori italiani (rosso, bianco e verde), che si intarsiano su un fondo blu e azzurro, la composizione “prismatica” è incentrata su una schematica figura d’uomo, la testa a stella, le braccia tese a formare una sorta di M, iniziale di Marinetti inventore del Futurismo, le gambe due cunei rossi. Da questa figura astratta solo vagamente antropomorfa (il Genio futurista, in fondo autoritratto dello stesso Balla) si irradiano forme-rumore che condensano le diverse esperienze pittoriche futuriste dell’artista in una sorta di summa artistica: dalle forme acute “motorumoriste” ai volumi astratti di Feu d’Artifice (1916-1917), dal tricolorismo patriottico di Forme-grido Viva l’Italia (1915) alle rappresentazioni teoriche e teosofiche sulla “quarta dimensione” di Trasformazioni forme-spiriti (1918) e di Pessimismo contro Ottimismo (1923), ai triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti.
L’arazzo Genio futurista è la rappresentazione precisa e riassuntiva di un processo geniale che porta l’artista alla coscienza dei rapporti dinamici dell’universo, a rappresentarli come forme e colori puri, avanguardia non solo di forme, ma anche e soprattutto di intuizioni intellettuali, di dimensioni che superano il visibile e danno corpo all’invisibile, come lo stesso Balla affermava nel Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).

GIACOMO BALLA nasce a Torino nel 1871. Una volta terminati gli studi si iscrive all’Accademia Albertina. Tappa fondamentale del suo percorso formativo è il soggiorno a Parigi nel 1900-1901, dove conosce le ricerche postimpressioniste sulla luce di Seurat e Signac. Nel 1910 firma, insieme a Boccioni, Severini, Carrà e Russolo, il Manifesto dei pittori futuristi, scritto attenendosi ai contenuti del Manifesto pubblicato da Marinetti l’anno precedente, al quale segue poco dopo il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nel 1915 firma insieme a Fortunato Depero il manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo, che mira a diffondere l’estetica futurista ad ogni aspetto della vita, momento fondamentale per lo sviluppo delle avanguardie europee. Già prima della morte di Boccioni, avvenuta nel 1916, assume un ruolo di primo piano all’interno del Movimento. La sua attività lavorativa risulta incessante: partecipa alla realizzazione del film Vita futurista (1916), sottoscrive con Marinetti e altri il Manifesto della cinematografia futurista, e nel 1917 realizza le scene per il balletto Feu d’artifice di Igor Stravinsky rappresentato al teatro Costanzi di Roma dai Ballets Russes Diaghilev. Nel 1919 partecipa alla Grande Esposizione Nazionale Futurista alla Galleria Centrale di Palazzo Cova a Milano. Per tutti gli anni venti partecipa alle principali mostre del gruppo futurista. Nel 1925 è presente alla Biennale romana, nel 1926 alla Biennale di Venezia, mentre nel 1928 tiene una personale agli “Amatori e cultori”. Nel 1929 aderisce per un breve periodo al Manifesto dell’aeropittura, ma già all’inizio degli anni Trenta rompe bruscamente con il Futurismo dichiarando che “l’arte pura è nell’assoluto realismo senza il quale si cade in forme decorative e ornamentali”.
Fino alla morte prosegue l’attività artistica realizzando una visione di realismo “fotografico” fortemente anticipatore della “pop art”.
Balla muore il primo marzo del 1958 a Roma.

Didascalia opera: Giacomo Balla, Genio Futurista, 1925, Olio su tela d’arazzo, cm. 279 x 381, Guidonia (Roma), Collezione Laura Biagiotti